Due risate

MILANO – Tutto era iniziato come un sabato qualsiasi per Ardito Onorato, giovane diciottenne fascista del capoluogo lombardo. Coi suoi camerati aveva organizzato una serata all’insegna dell’onore, dell’orgoglio e dell’antica spavalderia, cui si dedicavano soprattutto nei fine settimana, purché avessero già finito i compiti.
Onorato, stando alle ricostruzioni, si è ritrovato coi suoi compagni Almirante Rocciosi, Romano Orgogliante e Augusto Finallamorte verso le 19. Come dei fieri balilla, si sono recati al parchetto in zona Colonne di San Lorenzo per acquistare della Maria Giovanna, rigorosamente Italica, da un rivenditore abusivo, comunque onorabilissimo perché caucasico. Dopo aver consumato il “Rotolo Di Italica Pianta A Sette Punte Arrotolato Come Un Moschetto”, il quartetto si è recato presso il Venerabilissimo Ristorante Fascista “Da Benito”: lì ha consumato tipici piatti Italici come i Tortelloni All’Ariana, lo Stinco di Abissina e L’Occhio Di Bue. Ad accompagnare il pasto, un Fiero Vino delle Conservatissime cantine del Ventennio: il Rovesciatello, un rosso nero del 1929.

Forse l’eccesso di alcool, o di ingenua e giovanile spavalderia, ha portato i quattro eroici giovani a intonare a squarciagola, per le vie di Milano, noti inni del Ventennio come “Boia Chi Molla”, “Me Ne Frego”, “Faccetta Nera” e “Luca era gay”, del tutto ignari della tragedia che stava per compiersi. Il giovane Onorato, infatti, preso dalla virile foga del canto, si è trovato davanti ad un incrocio che si accingeva ad attraversare, quando Rocciosi l’ha trattenuto, indicandogli col braccio teso il semaforo. La tinta bolscevica del proiettore ha indotto Onorato a gridare impavido: «Non mi faccio fermare da un rosso!», per poi attraversare di corsa e venire così travolto da un’automobile. Il giovane è ora ricoverato al nosocomio “Claretta Petacci”, dove ha ricevuto le visite di amici e familiari. Il padre, commosso, ha elogiato il gesto del figlio, invitando tutti i giovani camerati a seguire il suo esempio e a non farsi fermare dal rosso. Mai.

Moreno Nossa