di Renzo Baricelli –
Quasi tutti si domandano – cosa succederà dopo il voto? –
Al parlamento europeo nessun gruppo avrà la maggioranza assoluta dei seggi. Comunque il parlamento europeo non dovrà votare nessun governo, Dovrà eleggere la presidenza del parlamento; le varie commissioni e le loro presidenze.
I presidenti di parlamento e commissioni hanno notevole importanza, da quali maggioranze saranno eletti?
Solo una forte affermazione della nuova sinistra europea, cioè di quelle liste che nei vari paesi appoggiano Tsipras, e una altrettanto buona affermazione delle liste dei verdi, potrebbero insieme al gruppo del partito socialista europeo determinare una maggioranza.
Altrimenti, questa è la mia opinione, si formeranno le condizioni per una larga intesa tra socialisti e democratici con il partito popolare europeo, cioè quello della Merkel, di Berlusconi, Alfano, Casini eccetera. Magari accordandosi anche con il gruppo dei liberali. Cioè, per essere chiari, quelli di Monti e consimili.
Poi c’è il Consiglio Europeo, che non è eletto ma viene nominato da tutti i governi dei paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Il Consiglio nomina il presidente della Commissione Europea. Nelle votazioni per il parlamento europeo non si elegge il presidente della commissione ma si esprimono solo delle indicazioni. Il consiglio dovrebbe tenere conto di cià che le urne indicano ma non ha alcun vincolo, alcun obbligo. Anche per il presidente della commissione si profila dunque una soluzione concordata tra PSE e PPE.
A meno che, nel parlamento europeo ci fossero i numeri per una maggioranza assoluta formata da PSE, il gruppo Tsipras e il gruppo dei verdi.
E in Italia quali conseguenze politiche dopo il voto per il parlamento europeo?
In Italia c’è un governo di larghe intese che detiene (grazie allo incostituzionale abnorme premio di maggioranza) una solida (?) maggioranza in parlamento.
Qualcuno dice :- se vince Grillo vanno tutti a casa – E perchè mai? Anzi, a mio parere, le forze politiche della attuale maggioranza si compatteranno ancora di più, grideranno alla emergenza democratica e avranno il consenso della maggioranza degli italiani. Checchè ne dica Grillo. Tenteranno di realizzare qualcuna delle loro riforme (o controriforme), di fare una nuova legge elettorale. Se poi il nuovo centro destra registrasse un netto insuccesso dal voto per le elzioni del parlamento europeo, si può sempre allargare la maggioranza a un Berlusconi mondato e pulito dalla pena passata ai servizi sociali. Magari si potranno trovare altri ottanta euro da distribuire sperando che, col tempo, arrivi finalmente in Italia un filo di ripresa economica.
Quali altre prospettive avrebbe il partito democratico?
Al di la di un seggio in più o in meno al parlamento europeo, il Pd non potrebbe fare niente in Europa se non si creassero le condizioni di una maggioranza tra PSE e le forze della nuova sinistra europea, che ha bisogno dell’apporto dei deputati europei eletti in Italia con la lista “L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS”.
E in Italia? Il Pd si troverebbe in mezzo a un mare di contraddizioni ancora maggiori. Il Pd avrebbe un grande interesse a una forte affermazione della nuova sinistra nel voto per le elezioni europee. In questo caso sarebbe più forte nel respingere ricatti e pretese della destra e potrebbe dare una prospettiva di centro sinistra al paese passando la parola ai cittadini anche con l’eventuale ricorso al voto anticipato, uscendo dalla palude delle intese con la destra.
Renzi, Segretario pro-tempore del Pd e presidente del consiglio dei ministri (pro-tempore), commette il grave errore di tagliarsi una gamba da solo. Vuole andare da solo. Ma da solo va soltanto in braccio alla destra. La pretesa di andare da solo
porta l’Italia a una situazione politica senza prospettive, nel caos di una tremenda crisi che danneggia di brutto la parte più svantaggiata del paese, lascia la classe media in balia delle suggestioni antidemocratiche e la gioventù allo sbando.
E’ di ben altro che hanno bisogno gli italiani.
Ci si può immaginare sui giornali di lunedì i “coccodrilli” già preconfezionati dei grandi (?) commentatori sulla morte della sinistra in Italia in caso di non superamento del famigerato sbarramento del 4% da parte della lista “UN’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS”
A parte il fatto che questo sbarramento è sicuramente antidemocratico e anticostituzionale e non v’è alcuna ragione logica e politica che lo giustifichi, esso dimostra che c’è una ragione in più per votare la lista un’ “Altra Europa con Tsipras”. Impedirle di entrare al parlamento europeo è un danno per le prospettive di un cambio della politica europea ed è un danno anche per le prospettive della politica italiana.
La sinistra, le idee, i valori e le proposte della sinistra, gli uomini e le donne della sinistra sono necessari alla speranza di futuro democratico e progressista, di libertà e di giustizia, di lavoro e di benessere di questa nostra Italia e per tutti gli italiani.
E vero, quando la situazione è troppo pesante molte persone si lasciano persuadere dalle lusinghe pur sapendo che sono soltanto illusioni. Però bisogna sapere che quando ci si desta, il prezzo pagato è troppo amaro, troppo duro per tutti.
Renzo Baricelli (redazione di Nordmilanotizie.it)
24 maggio 2014