Dolce e Gabbana: evasione fiscale

Gli stilisti Dolce e Gabbana condannati per evasione fiscale

Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, imputati con altre quattro persone per una evasione fiscale su un’imponibile di circa 200 milioni di euro realizzata con un’operazione di ‘esterovestizione’ di una società dal gruppo, sono stati condannati a un anno e sei mesi dai giudici della seconda corte d’appello di Milano. In primo grado gli stilisti erano stati condannati a un anno e 8 mesi ma per loro il sostituto pg Gaetano Santamaria Amato aveva chiesto l’assoluzione parlando di operazioni «perfettamente lecite». Alfonso Dolce, fratello dello stilista, è stato invece condannato a un anno e due mesi. La stessa pena è stata data anche all’amministratrice delegata Cristiana Ruella.

«La sentenza di oggi ci lascia allibiti». Lo dice l’avvocato Massimo Dinoia, che con i colleghi Fortunato Taglioretti e Armando Simbari difende Stefano Dolce e Domenico Gabbana. I legali ricorreranno in Cassazione.

Il processo in appello arrivato oggi alla sentenza è iniziato il 25 marzo scorso. La sentenza di primo grado risale al 19 giugno 2013. Nella requisitoria il sostituto procuratore generale di Milano Gaetano Santamaria aveva chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati «perchè il fatto non sussiste». I giudici non hanno accolto la sua richiesta, come quella delle difese, accogliendo, invece, quella della parte civile (Agenzia delle Entrate) che, con l’avvocato Gabriella Vanadia, che aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado.

La Corte d’appello, a parziale riforma della sentenza del giugno 2013, ha ridotto le pene di due mesi a tutti gli imputati in quanto alcuni episodi contestati per l’anno 2004 si sono prescritti. Restano le accuse per l’anno 2005, che si prescriveranno nel novembre 2014. L’accusa nei confronti degli stilisti, degli amministratori della Gado e del consulente del gruppo riguarda una presunta evasione su un imponibile di 200 milioni di euro, attraverso l’esterovestizione della società Gado, che gestiva e tutelava i marchi del gruppo di moda.

La società era stata costituita nel 2004 e poi nel 2007 riportata in Italia, dopo una verifica fiscale della Guardia di Finanza nel 2006. In occasione della sua requisitoria, il sostituto pg ha ricordato che la Gado, quando ha fatto il rientro della sede in Italia, ha pagato all’Agenzia delle Entrate, circa 40 milioni di euro per chiudere il contenzioso con il fisco.

fonte: l’Unità

http://www.unita.it/economia/dolce-gabbana-stilisti-moda-evasione-fiscale-sentenza-tribunale-milano-fisco-1.566474