Doccia fredda per Trump: la Jacuzzi sposta un sito dagli Usa all’Italia

Altro che “America First”: la multinazionale italiana del benessere e dell’idromassaggio porta dagli Stati Uniti, alla provincia di Pordenone la produzione di alcune linee di vasche. Il progetto per sostenere la crescita in Europa. E a Milano il quartier generale europeo

di LUCIO CILLIS

           immagine tratta da La Repubblica

ROMA – Lo spostamento di un sito produttivo dagli Usa dell’era Trump, alla provincia di Pordenone, somiglia molto ad una doccia fredda per il presidente. Jacuzzi, un marchio italiano e molto gettonato nel mondo delle spa e dell’idromassaggio domestico che non ha bisogno di molte presentazioni, ha deciso di trasferire la sede di produzione di alcuni modelli di spa dal Nord-America (dove il brand fu fondato ne, 1917 da sette fratelli italiani) allo storico sito di Valvasone Arzene in provincia di Pordenone, il quartier generale dell’azienda, dove le linee di fabbricazione sono già attive.

Un brutto colpo probabilmente per la politica “America First” che sta creando qualche problema di strategie alle aziende. Jacuzzi dopo aver aperto il suo quartier generale europeo “marketing, sales and contract” a Milano, sposta anche la manifattura di alcune delle vasche più famose del mondo in Friuli.

Una decisione, che – spiega la stessa azienda – “integra e supporta l’apertura avvenuta da pochi mesi dell’Head Quarter Europeo Jacuzzi Emea a Milano e rientra nella strategia dell’azienda di potenziare la propria presenza in Europa e Asia nel mercato delle spa”. Questo per far fronte alla “crescente richiesta per questa categoria di prodotti, dovuta in particolare allo sviluppo del turismo del wellness”. Insomma, Jacuzzi è pronta a spingere sull’acceleratore e “punta a superare la propria quota di mercato del 20% nei prossimi tre anni con investimenti in R&D che superano il milione di euro”.

Ma lo sgambetto (involontario sia chiaro) alle politiche di Trump arriva dalla localizzazione della produzione delle spa “in prossimità dei principali paesi potenziali acquirenti”, e cioè Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi, Russia e Italia. Una strategia che per Jacuzzi “risponde alla necessità dei nuovi segmenti di mercato, sviluppando allo stesso tempo innovazione in funzione delle preferenze dei consumatori”.

I numeri di una probabile crescita del settore ha richiesto quindi un’attenzione alla cura del materiale prodotto. E l’Italia, grazie “all’alta vocazione manifatturiera e agli standard qualitativi elevati” è il luogo più adatto visto che combina grandi vantaggi logistico-distributivi, dovuti alla collocazione geografica alla presenza di un polo produttivo già avviato e che verrà rafforzato.

“Nei prossimi 3 anni Jacuzzi otterrà un incremento del 50% per volumi produttivi e di affari nel mercato: il nostro obiettivo è quello di accrescere la nostra quota per l’area Europa al di sopra del 20%”, dichiara Fabio Felisi numero uno di Jacuzzi Emea-Asia. E i numeri previsti sono incoraggianti: il turismo legato al wellness è in forte crescita e continuerà la sua scalata anche negli anni a venire: secondo il Global Wellness Summit (Gws) che ogni anno organizza la conferenza internazionale del settore, l’Europa a livello mondiale, rappresenta il cuore del turismo del wellness e del beauty, e, solo in Italia ha un valore che supera i 2 miliardi di euro annui. Un bella fetta di torta che non passerà per gli Usa, almeno direttamente.

fonte: La Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2017/03/01/news/doccia_fredda_per_trump_la_jacuzzi_sposta_il_sito_in_italia-159454743/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P7-S2.2-T1