Almeno 20 conflitti nel mondo provocano oltre 50 milioni di rifugiati e un esodo epocale di immigrati. Dalla Nigeria alla Siria fino alla Cina e la Russia il rispetto della libertà e della dignità delle persone è crollato: aumentano i casi di torture, gli arresti, le condanne capitali. Gli Usa si trovano a fare i conti con un razzismo che pensavano superato, mentre l’Europa mostra la sua indifferenza verso l’ondata migratoria dai paesi meno ricchi.
di ROBERTO BRUNELLI, GIAMPAOLO CADALANU, FRANCESCA CAFERRI, IVAN COMPASSO, ALBERTO FLORES D’ARCAIS, VALERIA FRASCHETTI, NICOLA LOMBARDOZZI, GIAMPAOLO VISETTI, GIACOMO ZANDONINI.
Con un commento di CARLOTTA SAMI. Layout e infografica a cura di PAOLA CIPRIANI
Guerra, regimi o cinismo: nessuno è innocente
di VALERIA FRASCHETTI
ROMA – A volte hanno un nome. Come Raif Badawi, blogger condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustate per apostasia in Arabia Saudita. O Tint San, a cui il regime del Myanmar ha imposto i lavori forzati insieme a quattro colleghi per aver fatto il suo lavoro di giornalista. O come Leyla Yunus, che è dietro le sbarre in Azerbaigian per aver criticato il suo governo. Ma molto più spesso sono vittime sconosciute quelle che finiscono nell’enorme buco nero dei diritti umani. Un buco nero che gruppi armati e Stati di ogni angolo del Pianeta stanno contribuendo, in diversa misura, a rendere sempre più profondo. Sganciando bombe sui civili. Costringendoli a diventare profughi. Reprimendo con ferocia libertà sessuali, religiose, di pensiero. Usando la forza, invece della tutela, con i più deboli.
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fonte: Inchieste di Repubblica