Dimissioni in bianco: basta ricatti alle donne sul lavoro

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Basta ricatti sul lavoro. L’approvazione in Commissione lavoro del testo di legge unificato per eliminare la pratica delle dimissioni in bianco è un primo passo concreto per ripristinare la legge 188 contro le dimissioni in bianco, legge approvata nell’ottobre 2007 dal Governo Prodi e poi abrogata dal Governo Berlusconi. Adesso auspichiamo che il testo possa superare l’esame delle Camera. Sarebbe un segno di civiltà.

La pratica delle dimissioni in bianco, utilizzata soprattutto nei confronti delle donne, è un modus operandi meschino e primitivo. Viene utilizzato dal datore di lavoro all’atto della firma del contratto individuale di assunzione. Alla lavoratrice viene fatto firmare un foglio in bianco e senza data. La data verrà messa successivamente, quando quella ragazza sarà incinta, o quel ragazzo avrà avuto un infortunio o una lunga malattia. In tal modo i dipendenti sono costantemente sotto ricatto, in quanto il datore di lavoro, in qualunque momento, può utilizzare la firma apposta sul foglio bianco per dimissionarli.

Per rendere illegittime le dimissioni in bianco fu varata dal governo Prodi la legge 188/2007. Prima della legge chi faceva ricorso riceveva di solito un risarcimento economico, ma perdeva il lavoro. Per questo la legge del 2007 prevedeva un iter preciso in caso di dimissioni: la lettera in bianco non aveva più valore e il lavoratore doveva scaricare dal sito del ministero un modulo ad hoc. La legge fu approvata all’unanimità dalla Camera ma fu poi abrogata dal ministro Sacconi nel successivo governo Berlusconi perché fu considerata un laccio per le imprese. La ministra Fornero ha successivamente inserito una nuova disciplina per contrastare le dimissioni in bianco, ma è insufficiente a contrastare il fenomeno.

MARISA NICCHI

fonte: il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà alla camera

http://selmade.it/dimissioni-in-bianco-basta-ricatti-alle-donne-sul-lavoro/