Matteo Salvini (Ministro degli Interni): “O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, a partire ad esempio dai 180 immigrati a bordo della nave Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare”.
Nicola Fratoianni (segretario nazionale di Sinistra italiana): “Intanto perché in un porto libico, visto che coloro che la Diciotti ha salvato sono cittadini somali ed eritrei? Non bastava la vergogna, l’ennesima, di tenere in mare una nave della nostra Marina Militare come la Diciotti con 180 persone a bordo da diversi giorni, si annuncia senza vergogna, la volontà in mancanza di un non meglio precisato aiuto europeo, di compiere un respingimento collettivo. Insomma, siamo al punto che un ministro della Repubblica annuncia a mezzo stampa la decisione di compiere un reato. Contro le Convenzioni internazionali firmate dal nostro Paese e contro la Costituzione su cui ha prestato giuramento. Il limite è ampiamente superato. Il ministro dimentica, come ricordato più volte dalla Commissione europea, che nessuna nave di un paese membro può riportare migranti in Libia perché violerebbe la Convenzione di Ginevra che vieta i respingimenti e perché la Libia non è considerato porto sicuro”.