Diaz, poliziotto G8: Lo rifarei mille volte

Diaz, il poliziotto del G8 su Fb: “Lo rifarei mille e mille volte”

174848958-e76b0e2c-d9cd-4128-a868-465676a252dcFabio Tortosa, foto del profilo Facebook (da Relubblica)

Sul profilo di Fabio Tortosa, poliziotto di 42 anni, romano, il commento è del 9 aprile, due giorni dopo la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo: “Quello che volevamo era contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all’Italia”. Diverse le risposte, molte di condivisione: “Eravamo torturatori con le palle”

ROMA – “Io sono uno degli 80 del VII nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte”. Lo scrive su Facebook Fabio Tortosa, classe 1973 e ai tempi del G8 ventottenne. Poliziotto del reparto mobile di Roma, è dirigente sindacale del Consap, dirigente della federazione italiana di football americano e vicepresidente della squadra di football americano Lazio Marines, tristemente nota per il motto “Sieg Heil” a fine partita.

Sul social network il commento è del 9 aprile, due giorni dopo la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha dato ragione a Arnaldo Cestaro, una delle vittime del massacro operato dalle forze dell’ordine alla scuola Diaz. Dopo la pubblicazione “sono in corso verifiche” riferiscono fonti del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Si cercherà di accertare se si tratti effettivamente del suo account ufficiale o di un falso e “laddove effettivamente dovesse trovarsi conferma che le stesse sono state opera di un appartenente alla polizia di Stato, si avvieranno le conseguenti procedure disciplinari, laddove l’autorità giudiziaria non dovesse ravvisare profili di rilevanza penale”.

Tortosa rivendica con orgoglio quanto fatto dalla polizia nella scuola genovese tra le fila del VII nucleo sperimentale inquadrato nel primo reparto mobile, quello dei ‘celerini’ romani, protagonista dell’irruzione nella scuola genovese sotto il comando di Michelangelo Fournier.

Il post, pubblicato alle 23,14, ha 190 “like”, gente a cui piace, pollici all’insù su un massacro che macchia l’italia davanti all’Europa. Dei 194 commenti registrati fino ad ora molti condividono con entusiasmo per le parole del poliziotto. Che il giorno dopo, venerdì 10 aprile, è tornato sul suo ragionamento: “Esistono due realtà, due verità. La verità e la verità processuale. La verità processuale si è conclusa con una condanna di alcuni vertici della polizia di Stato e del mio fratello Massimo Nucera a cui va sempre il mio grande rispetto ed abbraccio. Poi esiste la verità, quella con tutte le lettere maiuscole. Quella che solo io e i miei fratelli sappiamo, quella che solo noi che eravamo lì quella notte sappiamo. Una verità che non abbiamo mai preteso che venisse a galla. Una verità che portiamo nei nostri cuori e nei nostri occhi a distanza di quasi 15 anni, quando quegli uomini incredibili si reincrociano in ogni piazza d’Italia in cui ci sia da avversare i nemici della democrazia. Quegli occhi che si uniscono in un abbraccio segreto. In un convenzionale e silenzioso ‘si’, lo sappiamo, ci hanno inculato. Ma che importa? non era la gloria quello che cercavamo. Quello che volevamo era contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all’Italia, il mio paese, un paese che mi ha tradito ma che non tradirò”.

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Poi, l’attacco a chi non condivide il suo orgoglio, la nostalgia di non poter tornare ancora alla Diaz “mille e mille volte”. “Poi per quanto riguarda tutti voi; tranquilli, non vogliamo la pietas di nessuno. Sappiamo che siamo quelli ignoranti, scampati alla disoccupazione, lontani dai vostri salotti radical chic, dal vostro perbenismo becero, dal vostro politically correct. Siamo quelli che dopo un servizio di 10 ore dove abbiamo respirato odio, siamo pronti a rientrare nelle nostre case a dare amore ai nostri figli e alle nostre mogli. Ci troverai con una ceres in mano, ti odieremo perchè non hai la nostra tuta da op, ma non te lo faremo sapere. Saremo sempre al tuo servizio, anche se quando ti rubano in casa, meriteresti, e sarebbe più coerente, che chiamassi batman”.

I commenti sono vari. “D’altronde in un paese dove ‘giuliani’ è ritenuto un santo che ti vuoi aspettare……”, uno dei primi. Un altro è pronto all’irruzione: “Ti stimo e se fosse per me verrei pure io”. Fabio Tortosa gradisce e assicura: “Pagherei per tornare indietro ed avere al mio fianco oltre ai miei fratelli di allora le tante persone che ho conosciuto negli anni tra cui tu”. La presenza di Tortosa alla Diaz suscita anche invidia: “Ti ho invidiato! grande!” dice un utente. “La prossima volta kiama … E’ sarò al tuo fianco ….” un altro. Qualcuno inizia ad apparire anche su Twitter.

E c’è anche chi era al fianco di Tortosa alla Diaz: “In quegli anni e specialmente in quei giorni ho vissuto dei momenti che resteranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore…Eravamo 80 ma la nostra forza era inarrestabile…80 Torturatori con le palle piene de stemmerde. Ora nn sono piu con te Fabio come allora ma avrei dato chissa cosa per continuare a vivere con gente come te”.

Un altro allarga l’orizzonte: “per quel poco che serve avete tutta la mia stima, e a quelle merde che ogni volta tirano fuori i nomi di cucchi, aldrovandi etc etc… Ricordatevi le vittime o i feriti delle forze dell’ordine durante l’ordine pubblico, raciti etc etc… Io ero a casa con dei compagni di squadra a guardare cosa combinavano quei ‘bravi ragazzi’ e tifavamo per la polizia, come dovrebbe fare ogni cittadino che ci tiene al proprio paese”.

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fonte: la Repubblica