Ddl ‘Buona scuola’ è legge: via libera definitivo da Montecitorio con 277 voti a favore
I no sono stati 173, contrari all’approvazione M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Alternativa libera, Fratelli d’italia. Quattro gli 4 astenuti. I lavori sospesi brevemente per la protesta del Carroccio contro l’introduzione della teoria gender. Proteste fuori la Camera. Il 26 giugno il disegno di legge era passato al Senato con 159 ‘sì’
ROMA – Un percorso a ostacoli verso il voto finale. Ma a mezzogiorno, come previsto, il ddl ‘Buona scuola’ è legge. L’aula della Camera, in terza lettura, ha dato il via libera definitivo alla riforma del sistema scolastico del governo Renzi, con 277 sì, 173 no e 4 astenuti. Presenti 454. Votanti 450. Maggioranza 226. Il 26 giugno il disegno di legge era stato votato in Senato con 159 voti favorevoli e 112 contrari. Ma la scuola, tra i cavalli di battaglia del governo Renzi, è stata la legge meno votata. Alla maggioranza, che sulla carta può contare su circa 395 voti, ne sono mancati più o meno 120.
Ddl Buona Scuola è legge con 277 voti favorevoli
“Questo non è un atto finale” ma “l’atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola” ha scritto su Twitter dopo l’approvazione il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. “Abbiamo restituito autonomia ai dirigenti scolastici e messo 3 miliardi a regime, il governo dimostra di ritenere strategico il settore dell’istruzione. Le proteste? Quelle sono quasi organizzate, mentre il consenso è sempre individuale e io sono convinta che il consenso crescerà”, ha commentato promettendo che l’anno scolastico inizierà a settembre regolarmente. Per la scuola abbiamo stanziato, “a regime, tre miliardi. Non chiacchiere”, ha aggiunto il ministro.
Votanti. A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd-Udc), Scelta civica, Pi-Cd, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Lega, Sel, Alternativa libera, Fratelli d’italia e Forza Italia dove sono stati quattro i ‘verdiniani’ che hanno votato a favore contrariamente al resto del gruppo. I 4 azzurri, vicini al senatore toscano Denis Verdini sono d’Alessandro, Faenzi, Parisi e Mottola. D’Alessandro tiene però a precisare: “Non è assolutamente un voto politico, non c’entra nulla con i dissensi interni a Forza Italia, ma è una posizione personale. Io ho votato convintamente per la riforma, perché ritengo che se l’avessimo fatta noi la sinistra sarebbe salita sulle barricate e noi saremmo a festeggiare con i caroselli per strada”. In dissenso dal gruppo Gian Luigi Gigli e Mario Sberna (Pi-Cd) non hanno partecipato al voto.
Sono 39, tra i quali Bersani e Cuperlo, i deputati Pd che non hanno partecipato al voto sulla riforma della scuola. Tra questi, secondo Alfredo D’Attorre, “24” gli esponenti della minoranza Pd. Roberto Speranza risulta in missione ma fa sapere di non aver partecipato per scelta. I cinque no alla riforma, nel Pd, sono quelli di Angelo Capodicasa, Vincenzo Folino, Carlo Galli, Giuseppe Zappulla, oltre ad Alfredo D’Attorre. Diversi, oltre a Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo, gli esponenti della minoranza Dem, che risultano, secondo i tabulati, tra quelli che non hanno partecipato al voto: tra questi Roberta Agostini, Tea Albini, Ileana Argentin, Vincenza Bruno Bossio, Marco Carra Gianni Farina, Filippo Fossati, Andrea Giorgis, Maria Iacono, Francesco Laforgia, Enrico Letta, Danilo Leva, Michela Marzano, Michele Mognato, Delia Murer, Barbara Pollastrini, Nicola Stumpo, Alessandra Terrosi, Davide Zoggia. Tutti deputati riconducibili alla minoranza guidata da Roberto Speranza e ai cuperliani di Sinistra dem. Tra gli esponenti della minoranza Pd che risultano in missione e non hanno partecipato al voto, figurano invece Giuglielmo Epifani, Rosy Bindi, Paolo Fontanelli e Francesco Monaco.
La seduta è stata sospesa solo una volta, brevemente. Il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, ha espulso il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Fedriga, a cui erano state rivolte ripetute richieste di fermare la protesta messa in atto dal gruppo con dei cartelli che recitavano “Giù le mani dai bambini”.
La Lega si è detta soprattutto contraria all’introduzione della teoria gender: “Inaccettabile che si tenti di far passare subdolamente questa norma che spalanca le porte delle nostre scuole alla cultura gender. La Lega denuncerà ogni singolo episodio che accadrà negli istituti scolastici sensibilizzando genitori e opinione pubblica” ha detto il deputato della Lega Stefano Borghesi.
Contrario anche Sel: “Oxi alla ‘buona scuola’ di Renzi” si leggeva sui cartelli in bianco e blu, i colori della bandiera greca, che sono stati portati dai deputati sui banchi di Montecitorio. Il vicepresidente Giachetti ha chiesto ai commessi di rimuovere i cartelli. Protesta anche il M5s con una lettura in coro degli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione dedicati alla scuola e alla ricerca.
Proteste fuori l’Aula. Le proteste non si sono fermate neanche fuori l’Aula. Contro il ddl “Buona scuola” davanti a Montecitorio, i Cobas ma anche gli altri sindacati, con bandiere e striscioni, stanno ribadendo in piazza le ragioni del no. Nella notte invece l’Unione degli Studenti ha imbavagliato decine di statueromane (FOTO) per rimarcare quanto “l’approvazione del ddl scuola prevista per oggi silenzi il mondo dell’istruzione e della cultura, e al tempo stesso neghi un investimento vero per garantire l’accesso ai saperi il diritto allo studio” ha fatto sapere in una nota l’Unione degli Studenti annunciando “una nuova ondata di mobilitazione”.
La riforma appena varata. La ‘Buona scuola’ prevede, tra le altre cose, l’assunzione in due fasi di 102 mila docenti, lo stanziamento di 200 milioni da utilizzare dal 2016 per premiare i professori nell’ambito della valutazione introdotta dal ddl. I presidi potranno ricorrere alla chiamata diretta. Viene inoltre potenziato il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro.
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Reazioni. “Questa riforma della scuola è una mescolanza di clientelismo de sinistra, cigiellino, e di velleitarismo liberal, il tutto male assortito”, dice Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, “penso che si arriverà anche ad un referendum e noi al referendum voteremo sì, per l’abrogazione di questa cattiva legge”. “E’ una brutta legge quella approvata oggi dal Parlamento, che non risolve ma aumenta i problemi della scuola, ridotta ancora una volta a pretesto per giochi politici fini a sé stessi”, afferma il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima. “Chi ha a cuore la scuola pubblica troverà il modo per cancellare questa vergogna e per ridare fiducia ai docenti e agli studenti”, scrive su Twitter Nichi Vendola. “Il testo votato dalla maggioranza ha quasi del tutto cancellato quei pochi punti che avevamo apprezzato della prima idea di riforma” ha detto Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera. “Quella varata dal governo sulla scuola è una riforma fatta con i piedi. Io sto con la piazza” dice la deputata di fi, Daniela Santanchè.
“Quella approvata oggi in via definitiva dall’Aula di Montecitorio è una riforma contro l’istruzione, imposta con arroganza da un unico partito che ha soltanto finto di ascoltare, ma in realtà è rimasto sordo per mesi al coro unanime di protesta sollevato da tutto il mondo della scuola”, così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. “É una legge coraggiosa che cambierà la scuola italiana, con l’obiettivo di rimetterla al centro della società. Il provvedimento del governo Renzi torna ad investire dopo anni di tagli, introduce autonomia e merito, e garantisce l’assunzione di 100 mila nuovi docenti” dice in una nota, il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione a Palazzo Madama.
Per Angelino Alfano è “un ottimo risultato che si aggiunge ai principi meritocratici per i quali ci siamo sempre battuti”. In una nota, i parlamentari delM5s affermano: “Oggi è un giorno tragico per la nostra Repubblica. Questo orrore, i cittadini devono saperlo e ricordarlo, lo dobbiamo al presidente del Consiglio, al ministro dell’Istruzione, al Pd e a tutti i partiti che hanno dato l’assenso al ddl istruzione”. “E’ stata approvata una straordinaria riforma che incide su un punto qualificante dell’azione di governo ” dice il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. Deluso anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/scuola/2015/07/09/news/ddl_scuola_voto_finale-118691645/?ref=HREA-1