Un lavoratore dipendente da una impresa di pulizie di Cinisello Balsamo ci ha inviato questa interessante riflessione.
” Sono decine e decine di migliaia gli islamici che lavorano a Milano e in Lombardia in imprese di pulizia. Fanno comunità a sè, anche perchè isolati nel mondo del lavoro, per cui impediti a formarsi una coscienza sindacale e civile, credo sia prassi corrente che vengano messi in regola per il numero di ore minimo sufficiente a documentare un reddito che basti per il rinnovo del permesso di soggiorno, normalmente anche con costo dei contributi a carico loro (che li “rimborsano”, cioè, al datore di lavoro). Per il resto, nessun diritto: niente 13a, niente 14a, niente ferie, niente riposo settimanale, niente trattamento di fine rapporto. Vengono pagati ad ore con un prezzo che solitamente è di 5/6 euro che copre l’impegno economico del loro padrone (scusate ma non si può che chiamarlo così) nei loro confronti. Peraltro, questo loro padrone, spesso (se non sempre) è chiamato a far quadrare i conti tra il basso prezzo preteso dalle assemblee condominiali ed anche le mazzette che gli amministratori meno onesti chiedono. Come risolvere una tale questione? La mia proposta è di sensibilizzare i Condominii sul fatto che, se un addetto alla pulizia si infortuna e e il padrone dell’impresa presso la quale risulta lavorare non gli paga regolarmente i contributi, i danni glieli deve rimborsare il Condominio (e possono essere anche cifre molto grosse, specialmente in caso di infortunio mortale o con invalidità permanente). Ed anche se quel lavoratore non ha avuto versati i contributi regolarmente, può fare causa al Condominio in quanto Committente, nel caso l’impresa risulti latitante.