Dai numeri all’analisi politica

NOSTRO SERVIZIO. L’interesse per i sondaggi sembra inversamente proporzionale a quello per il voto. Mi spiego meglio: sempre meno italiani dichiarano di voler andare a votare e sempre più numerosi programmi e giornali pubblicano con regolarità il “loro” sondaggio elettorale.

In questa situazione appare utile non disperdersi nella miriade di numeri e tentare invece di individuare le tendenze in atto nelle intenzioni di voto, al fine di azzardare qualche ragionamento di analisi politica.

Partiamo dal PD. Oggi è lontano dagli altissimi livelli di consenso seguiti alla vittoria nelle elezioni europee. A giugno era stimato oltre il 45%, ora naviga attorno al 37%. Una previsione elettorale che, se fosse confermata dalle urne, non garantirebbe al PD la maggioranza parlamentare (la soglia in discussione è del 40%). Renzi, forte di un consenso personale stimato al 50%, pare comunque intenzionato a non cercare alleanze elettorali e e puntare sul “voto utile”. Un azzardo politico che porterà a ripetere il tentativo fallito da Veltroni nel 2008 ?

Veniamo al 5 Stelle. Si conferma secondo partito ma il forte calo di consensi (oggi non supererebbe il 20%) rende poco credibile il suo presentarsi nel ruolo di “castigamatti che manda tutti a casa”. Un appeal sempre più annebbiato come conferma il gradimento personale di Grillo che, in discesa libera, si colloca addirittura all’ultimo posto tra i leader di partito.

Tra Forza Italia e Lega si è aperta la gara per lo scranno di terzo partito. Ambedue i partiti oggi sono stimati tra il 13 ed il 14%. il che significa, rispetto alle recenti elezioni europee, per Berlusconi un nuovo calo di circa 4 punti e per Salvini un ulteriore aumento di 8 punti. Impressionante l’exploit del gradimento personale del leader padano al Centro (42%) ed anche al Sud(28%).  

SEL, in costante crescita, è ora stimata oltre il 6%. Tra i partiti in campo appare quello maggiormente alle prese con una questione di strategia politica dirimente: presentarsi alle urne come forza alternativo al PD o come partito interno al centro sinistra? Con il rischio nel primo caso di subire l’effetto “voto utile” che già nel 2008 annientò Sinistra Arcobaleno e, nel secondo caso, di subire la concorrenza a sinistra di una qualche “lista alternativa”. Da notare che i consensi personali di Vendola e di Landini superano di circa il 20% quello del partito, facendo del leader della FIOM il 4^ personaggio politico più amato dagli italiani.

NCD e UDC(uniti) e Fratelli d’Italia sono fermi al deludente risultato delle europee (rispettivamente 4,3% e 3,7%). Numeri che bocciano l’ambizione di ambedue i partiti di pescare tra gli elettori in libera uscita da Forza Italia. Fratelli d’Italia si consola con l’attestato di popolarità conseguito dalla Meloni che, unica donna leader, in alcuni sondaggi viene indicata addirittura come seconda solo ai due Matteo.

Per concludere una considerazione rispetto all’astensionismo che si conferma a livelli recoprd per il nostro paese.

Un fenomeno che credo vada letto innanzitutto a partire dalla crisi economica che peggiora anno dopo anno e di cui non si intravvedono spiragli. Si diserta l’urna per punire  i “politici” che faticano a formulare proposte chiare  e credibili, con il rischio (o la certezza?) di indebolire ulteriormente la democrazia lasciando sempre più nelle mani della finanza e dei “poteri forti” il nostro futuro. 

Angelo Gerosa