Valle Susa: Dalla battaglia antifascista alla battaglia NO-TAV. Tanti anni fa per queste valli si cantava “fischia il vento, infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar”, sabato pomeriggio 23 marzo il vento non fischiava né infuriava la bufera, ma la pioggia continua ed insistente ci ha accompagnato senza tregua. Per fortuna le nostre scarpe non erano rotte ed una mantellina di plastica ci ha riparato per più di otto kilometri, permettendoci di arrivare alla fine senza raffreddori o peggio. Come già annunciato dal nostro giornalino alcuni deputati del M5S e di SEL hanno visitato sabato mattina il cantiere della TAV in val di Susa ed in seguito alla decisione del comitato locale NO-TAV di organizzare questa marcia aperta a tutti coloro che vogliono aderire SEL Piemonte e Lombardia (Milano) hanno organizzato diversi pullmans di partecipanti. Anche il circolo Peppino Impastato di SEL ha aderito e sabato mattina (non di buon’ora come si usa di solito) siamo partiti alla volta di Susa sotto un cielo plumbeo e gonfio di pioggia. All’arrivo, dopo la distribuzione delle nostre bandiere, e prima della partenza ci siamo un po’ mischiati alla gente del posto che si stava preparando al corteo. Ah, dimenticavo, all’uscita dell’autostrada Milano-Torino è salito a bordo del pullman un ufficiale di polizia (senz’altro dell’Ufficio Politico della Questura di Torino) che alla nostra dichiarazione di appartenere a SEL ci ha sorriso e detto di proseguire pure. Ed ora una nota di colore, in tutti i sensi, praticamente tutti i gruppetti falcemartellistici erano presenti con una sparuta pattuglia fornita naturalmente di bandiere, e anche il PRC aveva uno striscione e un discreto gruppo di compagni, ma forse sarò troppo di parte od entusiasta ma le persone e le bandiere di SEL erano molto più numerose, anche se va detto che la grande maggioranza dei partecipanti erano del posto e mostravano bandiere e simboli NO-TAV. Per tornare alle nostre sensazioni politiche raccolte dialogando con i dimostranti durante la lunga passeggiata, ci siamo resi conto che la predicazione di Grillo ed il NO! detto ad alta voce gli ha procurato più del 50% dei voti alle ultime elezioni e il deputato della valle è un ambientalista eletto nel M5S. La bandiera di SEL da noi impugnata ci ha però reso visibili e siamo stati accostati da ben tre (sedicenti) deputati del M5S che non si è presentato con le sue bandiere al corteo, che hanno intavolato con noi una discussione a tratti simpatica ed a tratti difficile, notando che la loro preoccupazione principale sembra quella di non farsi strumentalizzare dai partiti, ma con meno sospetto verso SEL. Una cosa interessante, che ci sembra il caso di raccontare, è che un gruppo numeroso di giovani di Torino e della valle Susa avevano le bandiere dell’ANPI e ci hanno spiegato che loro vedevano in questa organizzazione soprattutto un momento di unità della sinistra non potendone più delle sue divisioni. I giornali e le TV che ieri ci hanno dato notizia della grande ed appassionata manifestazione non hanno notato a ns parere che lì c’erano anche le bandiere Occitane e quelle della Savoia con i francesi calati numerosi, e relativo striscione in francese contro le grandi opere. Ci siamo dilungati anche troppo, basti dire che dopo più di tre ore di pioggia e di freddo abbiamo accolto con felicità il tepore del pullman che ci doveva riportare a casa, ma un’ultima nota di colore va assolutamente raccontata. Per provare l’amore che i valligiani hanno della loro terra, alla fine del corteo c’era una giovane signora che raccoglieva con una scopa ed una paletta con manico tutte le cartacce lasciate dai marciatori e interrogata simpaticamente dal nostro più scanzonato partecipante ha risposto “sto facendo la più lunga scopata della mia vita”.
Umberto e Enzo