di Silvana Barbieri.
Erdogan non ha mai accettato il risultato elettorale di giugno, rifiuta la presenza in parlamento del partito curdo e di sinistra HDP, a cui attribuisce l’aver perso in parlamento la maggioranza assoluta, ha impedito la formazione di un governo di coalizione, vuole governare da solo trasformando il suo potere in un califfato, e soprattutto non vuole rendere conto del suo operato corrotto.
Abbiamo un precedente, nel 1990 vennero eletti dei rappresentati curdi al parlamento turco, tra cui Leyla Zana: che fu la prima donna curda a esservi eletta. Tutti i parlamentari curdi furono arrestati poco dopo, Leyla Zana e altri tre suoi colleghi faranno 10 anni di prigione. Oggi, dopo due anni di finte trattative da parte del governo turco, il suo obiettivo è tornato il medesimo di allora, far fuori i curdi, e anche la strategia è sempre la stessa, la creazione di un clima di guerra civile e l’attribuzione della sua responsabilità ai curdi. In questo modo Erdogan spera di raggiungere alle elezioni anticipate di novembre la maggioranza assoluta in parlamento, persa a giugno. Il fine giustifica i mezzi ed ecco le bombe, durante la campagna elettorale, contro i comizi del partito curdo HDP, la strage a Suruc di giovani che erano andati a portare solidarietà a Kobane, le bombe di ieri ad Ankara. Basterà ad Erdogan tutto questo per vincere le elezioni ? Quando gli Stati Uniti, i principali responsabili del disastro mediorientale, smetteranno di sostenere Erdogan?