Cronaca dal congresso fondativo di Sinistra Italiana

di Umberto Billo. Venerdì, sabato e domenica a Rimini è terminato il lungo percorso durato più di un anno, percorso che ha portato alla formazione di un nuovo partito di sinistra, nato dalle ceneri di SEL.

Un percorso, nato alla fine del 2015, comprendeva all’inizio Sinistra Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista, Possibile, movimenti studenteschi e giovanili ( ACT ed altri), i deputati e i senatori usciti dal PD per non votare le leggi contro i lavoratori (JOB ACT), le leggi sulla scuola, o meglio contro gli studenti e gli insegnanti, la nuova legge elettorale e last but not least, la manipolazione della Costituzione Italiana.

Ma come succede da molti anni la sinistra tende più facilmente a dividersi che ad unirsi.

A sfilarsi dalla decisione di costruire un coeso partito di sinistra furono per primi i dirigenti del PRC (da sempre il PRC preferisce le federazioni tra partiti nonostante le esperienze recenti), con l’eccezione della corrente “Essere Comunisti” di Claudio Grassi, e successivamente anche Possibile di Civati tolse la sua adesione.

Ma anche se un po’ ridotti di numero gli altri proponenti (SEL, Essere Comunisti, movimenti giovanili, ex deputati del PD come D’Attorre, Fassina, Galli, Cofferati, Mineo) hanno continuato a discutere per preparare le basi programmatiche per il nuovo partito per tutto il 2016.

A detta di molti il tempo è stato un po’ troppo, però alla fine si è trovata la quadra per far partire il nuovo soggetto politico, battezzato nel frattempo “Sinistra Italiana”.

Ma ahimè, non tutte le ciambelle riescono col buco in quanto se questo nuovo partito è stato facilitato dalla sconfitta pesante del PD di Renzi al Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016, si è però scontrato con le turbolenze della nuova situazione politica, turbolenze che hanno coinvolto anche Sinistra Italiana.

Finalmente il congresso fondativo, rinviato più di una volta, ha avuto inizio il 17 febbraio, con circa 650 delegati in rappresentanza di circa 21000 iscritti individuali, non presentati dai partiti con pacchetti di tessere, e grazie alla decisione generosa (e anche dolorosa) di SEL di sciogliersi alla fine del 2016.

E per partire la relazione del “piccolo grande dirigente”, a mio personale parere il più capace ed intelligente politico del partito, e cioè Fabio Mussi è stata ampia e capace di spiegare a tutti i presenti nel palacongressi di Rimini le tematiche del vasto mondo, del lavoro, delle guerre che provocano disperazione, la ragione della povertà e del Finazcapitalismo, il prossimo salto tecnologico con l’introduzione a tutti i livelli dei robot che aumenteranno i disoccupati a milioni, la vita stessa sulla terra messa a rischio dal riscaldamento globale.

Ma c’è una possibilità ed una soluzione a parere di Fabio Mussi, che è quella di lottare contro il liberismo che si è imposto nel mondo anche con l’aiuto cieco e sordo dei vecchi partiti socialisti e socialdemocratici.

E a partire da venerdì pomeriggio abbiamo assistito a tantissimi interventi di delegati provenienti da tutto il paese, interventi seri ed appassionati.

Se però devo indicare il fatto che mi ha più impressionato devo dire che è stato il grande numero di giovani ragazze e ragazzi presenti con interventi battaglieri.

Naturalmente anche i dirigenti esperti, non diciamo vecchi che non va bene, hanno portato il loro contributo, ma a mio parere due compagni hanno svettato su tutti, e sono Vendola e Cofferati.

Anche il nostro capodelegazione, Antonio Pizzinato, un po’ emozionato anche se esperto di congressi, ha preso la parola per incitare tutti al lavoro per la costruzione del nuovo partito.

Come da consuetudine molti partiti di sinistra hanno portato il loro saluto, e tra questi anche il vicesegratario del PD che ha cercato di convincerci, con poco successo, che il suo partito sta nel mondo della sinistra.

Molti anche gli stranieri come i Palestinesi, i Saharaoui, i turchi del partito di sinistra HDP, i tedeschi della Linke, i serbi del Partito Socialista. Ma i più applauditi ed apprezzati sono stati gli spagnoli di Podemos, che oltre agli auguri di Iglesias hanno inviato un filmato con la parte finale del loro congresso con la loro parola d’ordine “Unità e Umiltà” scandita in continuazione.

E a proposito di Podemos gli organizzatori hanno copiato una loro simpatica consuetudine, un pianista sul palco che accompagnava l’oratore un po’ in sordina ed alzava il suono quando finiva con dei motivi politici tipo l’Internazionale o Bella Ciao sul pianoforte.

Dopo il ritiro di Arturo Scotto dalla corsa a segretario di Sinistra Italiana il solo candidato che si è presentato con le firme richieste dallo statuto è stato Nicola Fratoianni, eletto con circa 540 voti, 30 astenuti, 30 contrari, una elezione a larga maggioranza che ha dimostrato che il suo lavoro come coordinatore di SEL negli ultimi due anni è stato apprezzato.

A questo punto, per amor di cronaca, devo anche parlare delle cose negative o spiacevoli accadute durante il congresso.

Arturo Scotto, è conosciuto per avere una maggiore sensibilità ed apertura verso altri soggetti politici della nostra galassia, a differenza di Fratoianni che a mio parere è altrettanto unitario ma crede che sia necessario ragionare di unità con altri soggetti politici dopo aver definito il perimetro politico di Sinistra Italiana, non fosse altro per rispetto di tutte le forze che hanno contribuito a fondarla.

Come dicevo prima Scotto ha ritirato la sua candidatura a segretario senza mai spiegare le ragioni, si è presentato con un intervento criptico e subito dopo ha fatto sapere ai giornali, non a noi, che lasciava Sinistra Italiana, un atteggiamento se mi è permesso, alla “Emiliano” ma al contrario, venuto anche lui a portarci il suo saluto, non con un intervento, ma con un comizio incendiario.

Nessuno in realtà ha capito le ragioni del suo agire, io molto modestamente azzardo due ipotesi, la prima che fatti i conti che solo il 10% dei delegati lo appoggiava se n’è andato perchè voleva a tutti i costi fare il segretario, la seconda che visto che nel gruppo dirigente la sua proposta di fermare il congresso, in preparazione da più di un anno, in attesa di quello che stava accadendo nel PD, non ha raccolto nessuna adesione si è offeso e se n’è andato, forse con Pisapia forse nel nuovo partito ex PD, vediamo quanti deputati lo seguiranno.

Tornando al congresso devo dire che Luciana Castellina ha fatto uno dei più bei interventi, e forse un po’ per questo, un po’ per il prestigio personale ha avuto l’onore di chiudere i lavori delle tre giornate con tutto il congresso in piedi e il canto di Bella Ciao e con le parole d’ordine di Uguaglianza, Giustizia Sociale, No alle guerre, aiuto e rispetto per i migranti, lotta al Liberismo ed un NO forte e chiaro a Renzi ed al renzismo.

Nota di redazione: con questo articolo il nostro giornale inaugura la categoria “Sinistra Italiana”. Una rubrica ad hoc che informerà i nostri lettori sul percorso politico avviato a Rimini.