Colosseo, il vero danno è attaccare i diritti dei lavoratori

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Non è un ritardo di due ore che crea “un danno enorme al paese”. È ben altro: un ministero che per mesi obbliga ad aperture straordinarie senza retribuzione e che costringe i lavoratori a riunirsi per rivendicare legittimamente diritti fondamentali e costituzionalmente garantiti. Il lavoro si paga e si paga adeguatamente, sempre. Ma in questo paese, quando bisogna individuare le responsabilità, lo si fa sempre sulla pelle dei lavoratori e della democrazia. Il decreto appena pubblicato considera “servizio pubblico essenziale” l’apertura del luoghi della cultura. Come se visitare un museo avesse la stessa urgenza di una corsa in ospedale per essere curati. Ma allora se di servizi essenziali si tratta si rendano innanzitutto essenziali politiche culturali sistemiche, risorse adeguate, potenziamento degli organici, eliminazione del precariato.

Nella risposta del ministro al “Question time” nulla di tutto ciò. Solo il palese tentativo di rimuovere le pesanti responsabilità del governo attaccando ancora una volta i diritti dei lavoratori. Questa volta il diritto di sciopero.