Vicini al punto di non ritorno
Il rapporto degli esperti del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc). “Concentrazioni di gas serra ai massimi livelli da 800.000 anni”. “Evitare che superi la soglia dei 2°C”. Kerry: “A rischio generazioni future”. La Francia propone “una mobilitazione universale”
COPENHAGEN – Le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera sono ai massimi livelli da “800.000 anni a questa parte”. Tra il 1880 e il 2012 la temperatura della superficie terrestre e degli Oceani è salita di 0,85°C, a un ritmo troppo veloce. Resta poco tempo per intervenire e mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C. A lanciare l’allarme gli esperti del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc), presentando il rapporto sul riscaldamento globale delle Nazioni Unite. Il documento racchiude le conclusioni di tre precedenti studi. Oltre all’impatto dell’uomo, analizza come i cambiamenti climatici siano già in corso e possano diventare irreversibili a meno che le emissioni di gas serra non siano tagliate. Secondo l’Ipcc, gli scienziati sono certi al 95% che l’aumento dei gas serra dovuto a combustione di carboni fossili e la deforestazione siano le principali cause del riscaldamento dalla metà del ventesimo secolo.
Ridurre le emissioni del 40-70%. Le emissioni mondiali di gas serra dovranno essere ridotte del 40-70% fra il 2010 e il 2050, e disperare entro il 2100, secondo l’Ipcc. “L’influenza umana sul sistema climatico è chiara, dobbiamo agire rapidamente e in modo decisivo, e abbiamo i mezzi per limitare cambiamenti climatici e costruire un futuro migliore”, ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Kerry: “A rischio generazioni future”. “Chi contesta gli studi sul clima mette in pericolo le future generazioni – ha detto il segretario di Stato, John Kerry, commentando i dati dell’Ipcc – . Chi decide di ignorare e contestare questi dati mette in una situazione di pericolo tutti noi, ma anche i nostri figli e nipoti. Più resteremo fermi di fronte a questioni ideologiche e politiche, più il costo del nostro mancato intervento crescerà”.
La Francia propone una mobilitazione. La Francia ha lanciato un appello per “una mobilitazione universale immediata” sul tema. “Se non ci sarà un’inversione di tendenza – hanno dichiarato il capo della diplomazia Laurent Fabius e il ministro dell’Ambiente Ségoléne Royal – le temperature saliranno ben al di là dei 2°C”. Anche il ministro italiano Gian Luca Galletti ha commentato:
Gian Luca Galletti: Rapporto #IPCC su gas serra è chiamata a responsabilità x mondo. Europa guida verso #Lima e #Parigi2015,ma ora serve presa coscienza globale
Frattura fra Paesi in via di sviluppo e sviluppati. L’Ipcc è stato istituito nel 1988 per affrontare il tema del riscaldamento globale e il suo impatto. I delegati hanno lavorato fino all’ultimo minuto ieri sera per stilare i documenti finali dopo una settimana di incontri a Copenaghen. Qui si è registrata una frattura tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo, sulle parti del testo che discutono quali livelli di riscaldamento globale possono essere considerati pericolosi. I delegati non sono giunti a un accordo e alcuni testi sono stati eliminati dal rapporto, con il disappunto degli scienziati. “Se i governi vogliono che l’Ipcc faccia il suo lavoro, non devono farsi coinvolgere in lotte che non hanno nulla a che fare con l’Ipcc”, ha dichiarato Michael Oppenheimer, principale autore del secondo rapporto. L’omissione di questa parte ha fatto sì che la parola ‘pericoloso’ scomparisse del tutto dalla sintesi dello studio. Compare infatti solo due volte in un rapporto più lungo, rispetto alle sette volte delle bozza prodotta prima dell’incontro di Copenaghen. La parola ‘rischio’ viene invece utilizzata 65 volte nella sintesi finale di 40 pagine.
L’impegno continua. L’impegno internazionale sul tema continuerà il prossimo mese a Lima, in Perù, ultimo appuntamento prima del summit che si terrà a Parigi il prossimo anno, dove dovrebbe essere adottato un accordo globale sulle azioni da intraprendere in materia di clima. La sfida più difficile sarà decidere chi dovrà fare cosa. Ma già si prevede una lotta tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. I primi chiederanno a tutti di abbracciare obiettivi ambiziosi, mentre i secondi potrebbero continuare a sostenere che ci sono nazioni che storicamente hanno maggiori responsabilità e dovrebbero essere in prima linea per aiutare i Paesi più poveri a far fronte all’impatto del riscaldamento globale. L’Ipcc finora ha evitato di prendere parte alla disputa, sottolineando solo che i rischi dei cambiamenti climatici “generalmente sono maggiori per i popoli e le comunità svantaggiati nei Paesi a tutti i livelli di sviluppo”.
fonte: La Repubblica
http://www.repubblica.it/ambiente/2014/11/02/news/clima_le_concentrazioni_di_gas_serra_al_massimo_da_800_000_anni-99571639/?ref=HREC1-3