Civati: il governo Renzi non avrà la mia fiducia

imagesINTERVISTA AL QUOTIDIANO IL MANIFESTO

Quello di Enrico Letta è stato «un omi­ci­dio pre­te­rin­ten­zio­nale», «Se dovesse andare avanti con que­sta vio­lenza qual­cuno potrebbe sospet­tare che sia un metodo di lavoro: prima Fas­sina, poi Cuperlo, ora Letta al quale era stato detto: ’stai sereno tanto poi ti tru­ci­diamo’. Renzi diventa un per­so­nag­gio noir. Dopo il metodo Boffo ci sarà il metodo Renzi». Un fiume in piena, come sem­pre del resto, Pippo Civati. Gio­vedì alla dire­zione Pd lui e i suoi 16 hanno votato no al docu­mento della defe­ne­stra­zione di Letta. Da Genova, dove ieri era per le pri­ma­rie — domani il Pd elegge i segre­tari regio­nali — ci torna su: «Una mano­vra da vec­chia poli­tica», «un atteg­gia­mento inge­ne­roso verso Letta che tutti dice­vano di soste­nere, e io ero quello strano. Adesso sono strano per­ché gli altri hanno cam­biato verso».

La ’staf­fetta’ Renzi-Letta ha sbal­lot­tato i mili­tanti Pd?
Incon­tro elet­tori pre­oc­cu­pati. Fra­stor­nati, quelli di Cuperlo. Ma i i più delusi sono i ren­ziani della prima ora.

Un governo di legi­sla­tura con la destra, e non di ’emer­genza’, è un cam­bio ’note­vole’, per dirla con Renzi.
È un peg­gio­ra­mento. Ed è una cosa diversa da quello che abbiamo detto alle pri­ma­rie. Sia per Renzi che per me quel voto indi­cava una discon­ti­nuità. E invece lo schema delle lar­ghe intese si raf­forza. Sono dav­vero sorpreso.

Di cosa?
Se il ’rim­pa­sto’ fa venire le bolle a Renzi, il ’suben­tro’ no? Siamo alla ’cor­rente del golfo’ della Dc, una cosa poli­ti­ca­mente non lim­pida, non spie­gata né pre­pa­rata. E poi cre­devo che la discon­ti­nuità che chie­deva Renzi asso­mi­gliasse più alla mia che a quella di Dario Franceschini.

Lei dice che nasce ’il governo Fran­ce­schini’. Perché?
Per­ché Fran­ce­schini è stato cen­trale in que­sta vicenda. È l’uomo dei pas­saggi non dolo­rosi, si intende per lui.

Un governo di legi­sla­tura con la destra signi­fica chiu­dere con il centrosinistra?
Di fatto sì. All’inizio si cer­cava il coin­vol­gi­mento di Sel, almeno a parole. Ma ora siamo tor­nati alla stessa mag­gio­ranza. Anche se nes­suno crede di arri­vare al 2018.

Il governo Renzi non c’è ancora ma già non le piace?
Niente di per­so­nale, anzi a Renzi fac­cio gli auguri. Ma lo schema che ha scelto è il più lon­tano dalla rico­stru­zione di un cen­tro­si­ni­stra, che per me è un man­tra. Io sono con­vinto che si debba andare verso la ripro­po­si­zione, con per­sone nuove e parole più lim­pide, dello schema dell’Ulivo.

Come potrete tenere un filo di ragio­na­mento con la sini­stra fuori dal Pd?
È una domanda a cui dob­biamo rispon­dere tutti. Dipen­derà dall’innovazione che Renzi riu­scirà a met­tere in que­sto ese­cu­tivo. E dal pro­gramma: di fatto la dire­zione ha votato il pro­gramma di Letta. Ma se invece il pro­gramma non cam­bia, la vedo dura ragio­nare di cen­tro­si­ni­stra. E anche di bipo­la­ri­smo, altra parola cara a Renzi. Sarà dif­fi­cile tor­nare a fare il cen­tro­si­ni­stra, se que­sto governo diventa una scelta politica.

Insomma voterà no? Il governo Renzi già non gode della sua fiducia?
Al momento non gode della mia fidu­cia. Vedremo il pro­gramma. Spero che in que­ste ore arrivi qual­che buona notizia.

Per esem­pio la noti­zia di un mini­stro civatiano?
Non credo pro­prio, dopo la posi­zione corale di tutti noi in dire­zione. Non ce l’hanno chie­sto prima, non credo che ce lo chie­de­ranno. E in ogni caso non credo che sarebbe serio accet­tare un inca­rico. A meno che non ci sia uno stra­vol­gi­mento com­pleto della situazione.

Daniela Preziosi – il manifesto