Milano Città metropolitana: manovre (elettorali) in corso

NOSTRO SERVIZIO. 134 comuni al voto per eleggere 24 consiglieri. Tutti al voto nell’unico seggio elettorale posto a Milano. Sicura la maggioranza nel consiglio metropolitano per il centro sinistra che presenta una lista unitaria. Marasma nel centro-destra. Seggio a rischio per il Movimento 5 Stelle. La sestese Chittò per il PD e forse anche la bressese Paolozzi per il PRC tra i candidati.
Il 28 settembre a Milano si eleggerà il Consiglio di quella che, con oltre 3 milioni di abitanti, è una delle più importanti città metropolitane d’Europa.
I 24 consiglieri metropolitani verranno designati dai sindaci e dai consiglieri comunali di 134 comuni.
Il voto di sindaci e consiglieri è ponderato, cioè pesa in funzione della popolazione del proprio comune così che, ad esempio il voto di un consigliere di Milano vale 714, di un consigliere di Sesto 67, di un consigliere di Cinisello 64 e così via. 100.000 è il valore complessivo di tutti i voti.
I seggi saranno assegnati con sistema proporzionale (modello Don’t per la precisione) e si voterà in un unico seggio elettorale (a Milano). Teoricamente per eleggere un consigliere occorrono 4.167 voti ma è probabile che per effetto della dispersione dei voti, delle astensioni e dei resti questa soglia si abbasserà di parecchio.
Il centrosinistra conta sulla maggioranza assoluta degli elettori (sindaci e consiglieri) e presenta una lista unitaria di candidati PD, SEL, PRC e liste civiche.
Sulla carta questo “listone” dovrebbe eleggere 14 consiglieri e quindi la maggioranza assoluta del consiglio metropolitano e c’è chi prospetta addirittura un risultato migliore.
Il PD ha già indicato i suoi 16 candidati, di preferenza consiglieri del capoluogo e sindaci della provincia, con una ferrea rappresentanza geografica mirata a conquistare il voto anche di consiglieri non PD attenti a garantire la rappresentanza in consiglio metropolitano della propria zona o territorio.
Per evitare che il PD faccia il pieno degli eletti del centrosinistra, come l’aritmetica permetterebbe, SEL (leggi articolo) concentrerà tutti i suoi voti su 2 candidati, la capogruppo milanese Patrizia Quartieri e l’ex consigliere provinciale Pietro Mezzi ed il PRC su un unico candidato “di bandiera” (forse la consigliera bressese Rita Paolozzi) mentre la consigliera regionale ed ex vicesindaca di Milano Lucia Castellano sta cercando tra i comuni dell’hinterland i candidati capace di unire l’eterogeneo insieme delle liste civiche.
Il Movimento 5 Stelle avendo un solo consigliere a Palazzo Marino e nessun sindaco nella provincia ha grandi difficoltà ad aggiudicarsi un seggio e potrebbe anche decidere di disertare il voto.
Nel centrodestra per ora si registra il marasma.
Si tenta di unire tutte le forze, con l’obiettivo di eleggere una decina di consiglieri, ma l’accordo pare difficile e non si esclude la presentazione di ben 4 liste separate (Forza Italia, Lega, NCD e Fratelli d’Italia), ipotesi che, per effetto dei resti, potrebbe “regalare” un seggio sia al centrosinistra che al Movimento 5 Stelle (qual’ora decida di partecipare al voto). Le ultime notizie danno per probabile la corsa solitaria dell’UDC ed un listone FI, Lega e Fd’I.
Al di fuori dei grandi schieramenti è sceso in campo il Partito Radicale che, con una lettera aperta firmata anche dal verde Fedreghini, si è messo a disposizione di tutti i “non rappresentati” al fine di formare una lista “alternativa, ecologista, libertaria e referendaria”.
Angelo Gerosa