città della salute: Chittò chiede chiarimenti.

untitled“Il nostro è proprio uno strano Paese: realizzare un’opera pubblica è complicatissimo, le decisioni prese non sono mai definitive, spesso per effetto anche di interessi che paiono poco trasparenti. Noi, tuttavia, proseguiamo nella nostra azione per lavorare affinché si realizzi a Sesto San Giovanni la Città della Salute e della Ricerca”.
Questo il commento a caldo del sindaco Monica Chittò, dopo la lettura sulla stampa di oggi delle dichiarazioni del vicepresidente della Giunta Regionale Mario Mantovani.
A Mario Mantovani, che si è chiesto se le bonifiche dureranno mesi, anni o secoli, Monica Chittò ricorda che la bonifica delle aree dismesse ha un grande valore ambientale e di sviluppo, e ricorda l’impegno del Comune – a supporto del quale chiede un analogo impegno di Regione Lombardia – nel confronto con il Ministero dell’Ambiente per rispettare i tempi previsti.
Stupisce che a distanza di un anno dalle decisioni e dagli impegni assunti il vicesindaco di Milano chieda di rivedere scelte già fatte: il sindaco Chittò ricorda come le proposte milanesi per localizzare la struttura sanitaria fossero l’una inadatta (Vialba, per l’innalzamento della falda acquifera e per la mancanza di collegamenti), l’altra, cioè la caserma Perruchetti, indisponibile e non bonificata. La realizzazione della Città della Salute e della Ricerca può qualificare, a partire da un confronto con il comune di Milano, la nascita dell’area metropolitana.
“Al Presidente Maroni abbiamo chiesto un incontro urgente – afferma il Sindaco – che dia certezze a quanto stiamo facendo, che è coerente con le esigenze manifestate poche settimane fa in Commissione Sanità dal Besta e dall’Istituto dei Tumori, ponendo fine ad un dibattito surreale”.
Preoccupa peraltro che l’unica ipotesi che ogni tanto riaffiora sulla stampa è quella di ripensare al progetto coinvolgendo l’area del Cerba, all’interno del Parco sud e su terreni di proprietà privata di società di Ligresti, sull’orlo del fallimento. Crediamo sia un’ipotesi che vada tolta dalla discussione pubblica.