E’ morto Keith Emerson, tastierista e fondatore di “Emerson Lake & Palmer”
Virtuoso dell’estetica rock applicata alle tastiere, gigante dei 70 del progressive, il musicista inglese se n’è andato nella sua casa di Santa Monica, in California. L’annuncio sul profilo Facebook della band. Aveva 71 anni. La polizia: si è tolto la vita con un colpo di pistola
Era il pianista più veloce del rock progressive. Keith Emerson è scomparso a 71 anni, togliendosi la vita con un colpo di pistola – la notizia è stata confermata dalla polizia – nella sua villa di Santa Monica in California. Un altro gigante della stagione d’oro degli anni Settanta abbandona bruscamente il palcoscenico dopo aver scritto decine di capolavori sonori entrati nell’immaginario collettivo. Soprattutto con Greg Lake e Carl Palmer, con cui il tastierista aveva fondato gli EL&P. Un trio, anzi un supergruppo – visto che tutti e tre i musicisti provenivano da band già piuttosto affermate – che ha lasciato il segno con inni generazionali come “Lucky Man”, inciso nell’omonimo album di debutto “Emerson Lake & Palmer” targato 1970. E ancora come “Tarkus”, title-track del successivo disco, o magari come il terzo album “Pictures at an Exhibition”.
Era l’epoca del “progressive”, ovvero del rock che incontrava molteplici altri spunti sonori come il jazz o la musica classica e in questo caso il “signore” del Moog (un sintetizzatore ante litteram) era andato a dare nuovo smalto all’omonimo capolavoro al pianoforte del compositore russo fine Ottocento Modest Musorgskij. Emerson, che aveva suonato con Nice – mentre Lake era stato una delle colonne dei King Crimson – aveva tutte le carte in regola per riscrivere le coordinate di un rock che voleva voltar pagina rispetto al suono primordiale e diretto delle prime stagioni. Cercando il confronto con la musica colta in un labirinto di spunti tra un approccio astratto e una fuga lungo territori tutti da esplorare. Ma Keith Emerson non trascurò anche altri versanti del suono: ad esempio da solista incise un hit mondiale come “Honky Tonk Train Blues”, (che in Italia diventò la sigla di celebre programma televisivo di fine anni Settanta, “Odeon”).
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