Purtroppo è venuto a mancare Ernesto Cairoli, un compagno molto conosciuto nel nord Milano per la sua storia di operaio metalmeccanico e delegato Fiom in una azienda di Cusano Milanino, per il suo impegno da consigliere comunale ed assessore nella sua Paderno Dugnano e per la sua militanza politica, che lo vide molto presente anche a Sesto San Giovanni, quando, da componente della segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista si impegnò per organizzare il Circolo sestese del partito nella sua prima sede di Via Cattaneo.
Angelo Gerosa
Un pezzo importante di noi ci ha lasciato, ci siamo conosciuti che eri delegato sindacale alle Officine di Seveso e da allora abbiamo percorso assieme un lungo ed irripetibile viaggio tra lotte, trattative, vittorie e delusioni sempre dalla stessa parte, quella della classe operaia.
La battaglia alla Icmesa e contro tutti gli opportunisti che da quella tragedia volevano speculare ha cementato un legame indissolubile con quel gruppo di compagni della Fiom in zona sindacale di Cusano Milanino che poi in molti avrebbero chiamato scherzosamente , ma non sempre benevolmente, “La banda”; tu eri stato chiamato dal PCI ad occuparti a tempo pieno dell’intera vicenda con decine di riunioni quasi sempre nottetempo e talora con risvolti drammatici.
Conclusa la tormentata vicenda, tornasti ad essere eletto Delegato alla Termal di Cusano Milanino. Nella segreteria della F.L.M. di zona per conto della Fiom e nei vari congressi ci siamo battuti per le idee che ci accomunavano non facendo sconti a nessuno che volesse spostare il merito della discussione da quello che ritenevamo essere l’elemento fondante di ogni azione o teorizzazione, cioè l’interesse di chi rappresentavamo.
Molte volte siamo finiti in minoranza man mano che i congressi si spostavano dalla zona, al provinciale e al nazionale, a volte non riuscivamo ad essere eletti all’assise più alta, ma questo non ci ha mai fatto desistere dal lottare con forza per far sentire le nostre idee.
Finita l’esperienza alla Termal ti ritroviamo alla Tonolli, fabbrica storica di Paderno Dugnano, sempre impegnato nella Fiom, con la quale hai condotto tutta la vicenda che ha poi portato alla cessione dell’azienda. Anni difficili, cominciavamo a pagare le scelte sbagliate fatte in precedenza, dagli accordi di fine luglio, alle richieste salariali contenute, fino ai contratti sottoscritti senza l’approvazione dei lavoratori. A nulla valsero le nostre proteste, anche di piazza, con i Consigli di Fabbrica autoconvocati per modificare queste scelte sbagliate.
Ricordiamo tutti con ammirazione i tuoi interventi nelle varie occasioni, sempre precisi e puntuali, ci faceva sorridere la tua ironia e il tuo accento partenopeo che catturavano la simpatia anche di chi non condivideva ciò che asserivi. Parallelamente abbiamo vissuto assieme le vicende del Partito opponendoci strenuamente, nei vari congressi e nelle sezioni, contro la deriva che poi ha portato alla Bolognina e alla fine del PCI.
Quante battaglie contro le decisioni di vertice in quegli anni assieme a tanti altri compagni da Interstampa, alla Cooperativa Editrice Aurora dal Centro Culturale “Concetto Marchesi” sino a fondare il Partito della Rifondazione Comunista di cui sei stato un dirigente e membro della segreteria provinciale Milanese.
Noi riteniamo quella stagione, che assieme abbiamo vissuto, irripetibile, perché oltre all’impegno politico ci ha legato un affetto che derivava dall’aver passato assieme anche momenti di svago. Abbiamo giocato a calcio e tu giocavi in porta con scarsi risultati. Ricordo che eri meglio come batterista e durante le lunghe ore in treno per le varie manifestazioni romane, le interminabili partite a briscola chiamata che stemperavano l’attesa.
La lunga esperienza in Consiglio Comunale e in Giunta a Paderno Dugnano ci ha poi visto impegnati in zone e ambiti diversi ma sempre con gli stessi obiettivi da perseguire, noi della “banda” della Fiom di Cusano Milanino, noi salarialisti, noi operaisti, noi stalinisti, noi kabulisti, noi filosovietici.
Ma soprattutto NOI COMUNISTI, ti salutiamo COMPAGNO CAIROLI come siamo soliti fare quando un pezzo del nostro essere se ne va, ALZANDO ALTO UN PUGNO CHIUSO E CANTANDO CON VOCE ROTTA L’INTERNAZIONALE E BANDIERA ROSSA mentre ci luccicano gli occhi per l’amicizia e l’affetto che abbiamo perso.
Enzo Mambretti