Diritti negati. Il Comitato dei diritti sociali di Strasburgo richiama il governo italiano al rispetto dell’articolo 24 della Carta sociale europea, che sancisce il diritto di ogni lavoratore ingiustamente licenziato di ricevere una tutela effettiva, e realmente dissuasiva nei confronti del datore di lavoro. Soddisfatta la Cgil, che aveva presentato il reclamo. Maurizio Landini: “Con il jobs act sono stati ridotti dei diritti, e quindi è necessario che quelle leggi sbagliate vengano cambiate”.
Riccardo ChiariROMA – EDIZIONE DEL12.02.2020
Non è giuridicamente vincolante ma è politicamente importante la decisione del comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa a Strasburgo in tema di jobs act. Richiama infatti il governo italiano al rispetto dell’articolo 24 della Carta sociale europea, che sancisce il diritto di ogni lavoratore ingiustamente licenziato di ricevere una tutela effettiva, e realmente dissuasiva nei confronti del datore di lavoro. La decisione, resa nota dalla Cgil, è nei fatti un altro colpo di piccone alla controriforma Poletti-Renzi, che cinque anni fa cancellò le tutele dell’articolo 18 per i nuovi assunti.
La decisione del Comitato di Strasburgo, come osserva il giuslavorista Giovanni Orlandini (vedi intervento a fianco), va ad aggiungersi a quella della Consulta, che due anni fa aveva bocciato la disciplina del jobs act in tema di licenziamenti illegittimi, perché predeterminava l’indennizzo in base all’unico criterio dell’anzianità di servizio.
Ma anche dopo le modifiche del 2018, spiega ora il comitato dei diritti sociali, la controriforma Poletti-Renzi rimane in contrasto con la Carta sociale europea, perché esclude a priori la possibilità di essere reintegrati, e fissa l’importo massimo dell’indennizzo al lavoratore: 36 mesi di retribuzione per gli addetti di imprese medio-grandi, e 6 mesi per quelli delle piccole imprese. E questo impedisce al giudice ogni possibilità di valutare e di riconoscere l’eventuale danno supplementare subito dal lavoratore a seguito del licenziamento.
“Questo è il risultato di un reclamo collettivo presentato dalla Cgil nel 2017, con il sostegno della Confederazione europea dei sindacati – ricordano da Corso d’Italia – e il Comitato di Strasburgo ha accolto tutte le contestazioni fatte dalla nostra Consulta giuridica. Riconoscendo che il jobs act è in contrasto con l’articolo 24 della Carta sociale europea, che sancisce il diritto alla reintegra per ogni lavoratore ingiustamente licenziato. Oppure, se questa non è concretamente praticabile, un risarcimento commisurato al danno subito, senza ‘tetti’ di legge”.
Ora il commento di un soddisfatto Maurizio Landini: “Il Comitato dice che il jobs act viola dei diritti, a partire dal fatto che se uno è licenziato ingiustamente deve avere un congruo risarcimento senza tetti, e la possibilità che il giudice possa decidere anche per il reintegro. Ora troverei utile che si tenesse conto di quello che dice l’Europa anche per quanto riguarda i vincoli sociali che ci pone, oltre a quelli economici e finanziari”. per continuare a leggere cliccare: https://ilmanifesto.it/ce-lo-dice-leuropa-il-jobs-act-lede-i-diritti-dei-lavoratori/?utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR3XOQa3rI3JE1-VWCPwIMbXL8q2XmGXvs55ZrS1vNMBkaGtXZjCugPZnDU#Echobox=1581501511