Cassazione: il saluto fascista è ancora reato

mio commento: ottima notizia dalla Cassazione. Mi sarei sorpreso e ci sarei rimasto molto male se fosse successo il contrario. Anche perchè nell’ordinamento italiano, l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952. Oltretutto la Costituzione della nostra Repubblica recita così: E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista. Mario Piromallo

Il saluto fascista è ancora reato: la Cassazione conferma la condanna per due militanti di Casapound

Secondo la Prima sezione penale della Suprema Corte esistono ancora rischi di rigurgiti antidemocratici: “Ancora possibile la ricostituzione di organismi politico – ideologici aventi come patrimonio ideale il disciolto partito”
ROMA – Il saluto romano è ancora un gesto perseguibile. Lo ha sancito la Cassazione, che ha condannato due neofascisti per aver riproposto gesti del ventennio, in particolare il saluto a braccio teso.

I supremi giudici, infatti, hanno confermato la condanna per due simpatizzanti di Casapound – che a un raduno neofascista avevano salutato a braccio teso urlando ‘presente’ – rilevando che “nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe”. Secondo i giudici, esistono quindi ancora rischi di “rigurgiti” antidemocratici – come indicano tanti recenti episodi avvenuti in Europa – che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba che vieta la ricostituzione del partito fascista e gesti come il saluto romano.

“L’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose”, scrive la Prima sezione penale della Suprema Corte nella sentenza 37577 (presidente Arturo Cortese, relatore Raffaello Magi). Con questa risposta, i giudici hanno respinto la tesi degli imputati – Andrea B., con precedenti, e Mirko G. – che sostenevano l’assenza di “lesività” dei comportamenti da loro tenuti e la necessità di depenalizzare i retaggi del reato di opinione per via del “mutato clima politico” e delle norme internazionali sulla libera manifestazione delle opinioni.

fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/politica/2014/09/12/news/cassazione_saluto_fascista-95602962/?ref=HREC1-7