Caos Tasi, le scadenze sono due – Ecco dove e quando si paga
Una riunione tecnica tra Anci e ministero dell’Economia ha aperto ieri l’ennesima giornata di incertezza sulla Tasi. In serata però è arrivata la decisione definitiva: ci sarà un doppio regime. Quei Comuni che avranno pubblicato le delibere entro il 23 maggio (finora soltanto 514 hanno completato l’iter, altri 300 hanno già deliberato ma non ancora pubblicato, su una platea complessiva di 8mila) potranno far pagare la prima rata il 16 giugno, gli altri la faranno slittare a settembre. Al prossimo consiglio dei ministri sarà varato un decreto che stabilisce la nuova scadenza, con il termine anche per la presentazione delle delibere.
Resta aperta la questione risorse. Per i sindaci lo slittamento mette comunque a rischio la tenuta dei bilanci comunali, come ha ricordato ieri il sindaco di Roma Ignazio Marino. Si tratterebbe di circa due miliardi di entrate da far slittare a dopo l’estate. Una cifra che ha fatto scoppiare una polemica parallela a quella sui ritardi. Per FI infatti l’indicazione data dal presidente Anci Piero Fassino indica che la Tasi altro non è che l’Imu rientrata dalla finestra.
Apriti cielo: per i berlusconiani è un ritorno alle antiche schermaglie con il governo Letta. Per di più, dalle prime stime diffuse dalla Uil, in alcuni casi la Tasi sarebbe più alta dell’Imu prima casa pagata nel 2012. Il governo, di contro, sostiene che l’ipotetica «perdita» di cassa è assai limitata. La legge originaria prevedeva infatti che in caso di mancata delibera i Comuni avrebbero potuto chiedere un prelievo dell’1 per mille sulla prima casa, con un conguaglio a dicembre. Ora si opta per il rinvio a settembre: la differenza è molto limitata. Ma torniamo alle scadenze.
Tra sindaci è governo c’è un rimpallo di responsabilità sul caos che si è venuto a creare. Gli oltre 7mila Comuni che ancora non hanno preso decisioni, ne sono stati impediti da ostacoli «esterni», argomentano i sindaci. In 4mila comuni i consigli erano stati sciolti per le elezioni. Per gli altri, è indubbio che i tempi per varare le delibere sono stati strettissimi. La legge quadro, infatti, è stata varata in via definitiva il 5 maggio, e i Comuni hanno tempo fino al 23 per comunicare le decisioni al Tesoro. Appena un paio di settimane per definire il profilo del nuovo prelievo «federale». Il risultato della piena autonomia comunale è un mosaico molto complicato.
fonte: l’Unità
http://www.unita.it/economia/caos-tasi-tasse-scadenze-imu-comuni-paga-rata-giugno-settembre-renzi-delrio-anci-1.570135