Camusso-Landini tregua contro Jobs Act

Vengo anch’io

Contro il Jobs Act e per i diritti il leader della Fiom Landini lancia la manifestazione di sabato a Roma. In piazza con le tute blu ci sarà anche la segretaria della Cgil Camusso. Messe da parte le polemiche sul ruolo del sindacato. Ma la coalizione sociale tornerà d’attualità dopo pasqua con un’assemblea nazionale

Camusso-Landini tregua unitaria

—  Massimo Franchi, 24.3.2015

In piazza sabato. Il segretario Cgil alla manifestazione che prosegue la mobitazione contro il Jobs act. Landini chiede di cambiare le pensioni: ci si deve andare a 62 anni senza penalizzazioni. La coalizione sociale tornerà dopo Pasqua: grande assemblea a Roma per lanciare una struttura federale in ogni Comune

Sabato pome­rig­gio a piazza del Popolo con la Fiom ci sarà anche Susanna Camusso. Le diver­genze sulla Coa­li­zione sociale ven­gono messe da parte di fronte all’unità della Cgil e alla bat­ta­glia comune con­tro il governo Renzi e il Jobs act. La noti­zia la dà Mau­ri­zio Lan­dini nella con­fe­renza stampa di pre­sen­ta­zione della mani­fe­sta­zione e viene con­fer­mata dalla stessa Susanna Camusso: «Io ci sarò, non c’è dub­bio, ma non abbiamo ancora ragio­nato sul comizio».

Il segre­ta­rio gene­rale della Cgil la mat­tina sarà a Reg­gio Cala­bria per un pre­ce­dente impe­gno, ma tor­nerà a Roma in tempo. Se deci­derà di par­lare dal palco, chiu­derà la mani­fe­sta­zione. Se invece sce­glierà di non par­lare o dele­gherà ad un altro segre­ta­rio con­fe­de­rale Cgil, sarà Lan­dini a chiu­dere la mani­fe­sta­zione. Cosa già acca­duta per le mani­fe­sta­zioni della Fiom a piazza San Gio­vanni il 18 mag­gio 2013 (parlò Nicola Nico­losi) e il 9 marzo 2012 (parlò Vin­cenzo Scu­diere), ma entrambe le volte Camusso non par­te­cipò al corteo.

Il riav­vi­ci­na­mento fra Lan­dini e Camusso è dovuto anche a ragioni tat­ti­che: la bat­ta­glia con­tro il Jobs act sarà lunga e dif­fi­col­tosa. Se per un even­tuale refe­ren­dum abro­ga­tivo ser­vono almeno due anni di tempo (e i testi defi­ni­tivi su molte que­stioni, ad esem­pio la cassa inte­gra­zione, non saranno appro­vati prima dell’estate) anche i ricorsi giu­di­ziari in Ita­lia e in Europa già annun­ciati da entrambi neces­si­tano almeno di un anno di tempo. Per tutti que­sti motivi divi­dersi adesso e rima­nerlo per anni non gio­ve­rebbbe a nes­suno: per primi ai lavoratori.

D’altro canto, come ha sot­to­li­neato Lan­dini, «la piat­ta­forma della mani­fe­sta­zione è total­mente sin­da­cale» e dun­que non crea divi­sioni in Cgil. Non a caso lo slo­gan scelto è «Unions»: oltre a rie­cheg­giare la parola sin­da­cato in inglese, porta Lan­dini a ricor­dare come «oggi sia neces­sa­ria la mas­sima unità del lavoro». Il segre­ta­rio gene­rale della Fiom ha poi riba­dito come molti punti pro­gram­ma­tici siano stati decisi «dallo stesso diret­tivo della Cgil».

«È la con­ti­nua­zione della bat­ta­glia con­tro il Jobs act», pre­cisa per poi snoc­cio­lare il lungo elenco di richie­ste: «Che ai anche i nuovi assunti con il con­tratto a tutele cre­scenti dopo un po’ di tempo dovranno avere le tutele dell’articolo 18; che si lanci una rac­colta di firme per una legge di ini­zia­tiva popo­lare, oltre quella sugli appalti che dia la respon­sa­bi­lità delle leggi e di uguali con­tratti e diritti all’impresa che vince, per un nuovo sta­tuto dei lavo­ra­tori che pre­veda che a parità di lavoro, subor­di­nato o auto­nomo, ci sia parità di sala­rio; che ci sia un refe­ren­dum fra gli iscritti Cgil per deci­dere se andare a più refe­ren­dum abro­ga­tivi del Jobs act»|.

La vera novità riguarda le pen­sioni: la Fiom pro­pone «una dra­stica ridu­zione dell’età pen­sio­na­bile a 60–62 anni senza pena­liz­za­zioni e con la rein­tro­du­zione delle pen­sioni di anzia­nità a par­tire dai lavori più usu­ranti». Per chiu­dere si punta sull’orario di lavoro: «Si tolga la defi­sca­liz­za­zione al lavoro straor­di­na­rio e che se si vuole che far lavo­rare la dome­nica e i festivi non si usi il “modello Melfi” con un aumento di ora­rio, ma gli accordi fir­mati alla Con­ti­nen­tal, alla Car­raro, alla Ducati dove in cam­bio c’è una quinta squa­dra e si lavora 32 ore pagate 40 per l’aumento di pro­dut­ti­vità». Infine la richie­sta di «una poli­tica indu­striale che eviti i casi Ansaldo e Pirelli» e che «si arrivi ad una legge sulla rap­pre­sen­tanza che riprenda il modello della cer­ti­fi­ca­zione nella pub­blica ammi­ni­stra­zione aggiun­gendo il refe­ren­dum con­fer­ma­tivo sul con­tratto, un con­tratto così fatto potrebbe avere valore per tutti, erga omnes».

Ma «come ogni mani­fe­sta­zione della Fiom» quella di sabato «sarà aperta a tutti e dal palco par­le­ranno stu­denti, inse­gnanti pre­cari, par­tire Iva e immi­grati». Il cor­teo che ricalca inte­ra­mente quello della “Via Mae­stra” di sabato 12 otto­bre 2013 par­tirà da piazza Ese­dra alle 14 per arri­vare a piazza del Popolo. «Abbiamo chie­sto al Comune di aumen­tare lo spa­zio per i pull­man da 200 a 300», ha annun­ciato il segre­ta­rio orga­niz­za­tivo Fiom Enzo Masini, sin­tomo «di un clima favo­re­vole come per le nostre migliori mani­fe­sta­zioni fatte di sabato pomeriggio».

Ma la coa­li­zione sociale rimane sem­pre sullo sfondo. Se ieri Lan­dini ha spe­ci­fi­cato come sia «un per­corso ancora lungo», le novità in can­tiere sono tante. L’idea della Fiom — i due rap­pre­sen­tanti che la segui­ranno diret­ta­mente al posto di Lan­dini saranno nomi­nati a breve — è di con­vo­care una grande assem­blea costi­tu­tiva a Roma la set­ti­mana dopo Pasqua, men­tre dal punto di vista della strut­tura l’idea è quella di «spar­gersi sul ter­ri­to­rio», in modo quasi fede­rale. In ogni Comune asso­cia­zioni e movi­menti si met­te­ranno assieme per «piani di azione» che dovranno essere defi­niti con obiet­tivi chiari e strin­genti senza comun­que mai diven­tare una lista elettorale.

fonte; il Manifesto
http://ilmanifesto.info/camusso-landini-tregua-unitaria/