il camicie della cassiera

Il giudice di primo grado aveva dato ragione alla cassiera in base a una sentenza del 2003 della Suprema corte, secondo cui “ove vi sia facoltà del lavoratore circa il tempo ed il luogo (anche a casa)” in cui indossare la divisa, il tempo necessario “fa parte degli atti di diligenza preparatoria e non deve essere retribuito; ove tale operazione sia eterodiretta dal datore di lavoro, che ne disciplina il tempo ed il luogo di esecuzione, rientra nel lavoro effettivo e come tale il tempo necessario deve essere retribuito”. E per il giudice, tra le prescrizioni aziendali sugli indumenti rientrava anche “l’obbligo per i lavoratori d’indossarli nello spogliatoio e di riporveli a fine turno”. Una valutazione che però la corte d’appello di Genova non ha fatto sua, ritenendo che le divise non dovessero per forza essere indossate nel supermercato, ma potessero essere indossate a casa e quindi portate durante il viaggio verso il luogo di lavoro.

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