Il clima è teso… la stampa francese ripete strenuamente che la manodopera italiana “toglie il pane dalla bocca” e alla paura di perdere posti di lavoro e spazio nell’economia nazionale si aggiungono ritratti razzisti degli italiani che “sono sporchi, tristi, straccioni, e formano intere tribù che emigrano verso il Nord, dove le campagne sono ben coltivate, dove si mangia, si beve, si è felici” (La Patrie, 3 agosto 1896). I giornali parlano di un’invasione silenziosa e della minaccia che la patria venga “sommersa”.
L’atmosfera nelle saline non è diversa dal quadro dipinto dai giornali. C’è nervosismo, italiani e francesi non si integrano, le quasi 90 mila tonnellate di sale devono essere portate via in breve tempo per evitare che arrivi la pioggia e le sciolga. I ritmi sono massacranti e la retribuzione a cottimo premia gli operai italiani, più robusti e abituati ai lavori duri.