A Bruxelles la rete dei pesci grossi

A. Mas.

La centrale del terrore

Belgio. Faysal Cheffou si occupava di migranti, Ameroud condannato per l’uccisione del generale Massoud. Annullata per «ragioni di sicurezza» la Marcia contro la paura prevista per oggi dalla piazza della Borsa. Aeroporto ancora chiuso.

L’omaggio per le vittime delle stragi a Bruxelles © AP

L’omaggio per le vittime delle stragi a Bruxelles © AP

 

Il «pesce grosso» ferito alla fermata del tram a Schaerbeek è un personaggio già condannato in Afghanistan a sette anni di carcere per la complicità nell’assassinio del comandante Ahmad Shah Massoud, il «Leone del Panshjr», eroe della resistenza anti-sovietica e anti-talebana, ucciso all’immediata vigilia dell’attentato alle Twin Towers di New York, nel settembre 2011. Si chiama Abderahmane Ameroud ed è un franco-algerino. Ma la figura più singolare è quella del cosiddetto «uomo col cappello», il giovane immortalato al fianco dei fratelli el Bakraoui nell’aeroporto di Zaventem la mattina dell’attentato. Si tratterebbe di Faysal Cheffou, un attivista mediatico che si era occupato, tra le altre cose, dei maltrattamenti sui migranti musulmani detenuti nel centro 127 bis di Steenokkerzeel, nelle Fiandre.

Il 21 luglio 2014 aveva postato su YouTube un servizio nel quale si sentivano le grida degli internati e Faysal spiegava che essi protestavano perché «privati del cibo». Il giornalista spiegava che nel centro i pasti venivano serviti tre volte al giorno, l’ultima delle quali alle 19, troppo presto per i detenuti musulmani che, durante il Ramadan, potevano mangiare solo dopo le 22, quando il cibo era già stato ritirato. Anche lui non era sconosciuto alle cronache: suo fratello Karim fu ucciso dalla polizia nel 2002 durante una perquisizione nella sua casa di Schaeerbek, alla ricerca degli autori di una rapina. All’interno dell’appartamento vennero trovati una borsa piena di granate e alcuni mitra.

Faysal era stato accusato più volte di ricettazione, associazione a delinquere e anche di omicidio per un episodio del 2003, quando un amico aveva preso una pistola dentro casa sua, credendola scarica, e l’aveva puntata alla testa di un’altra persona, uccidendola.

Durante la perquisizione, in cucicina furono trovati passamontagna Mephisto, manette, divise e altra refurtiva rubata alla stazione di polizia di Molenbeek. Nel settembre scorso Cheffou aveva ricevuto una sanzione amministrativa dal comune di Bruxelles per impedirgli di frequentare il parco Maximilien, dopo diverse denunce delle autorità municipali che lo avevano ritenuto «pericoloso» perché cercava di reclutare immigrati e rifugiati. A riconoscerlo sarebbe stato il tassista che l’ha trasportato all’aeroporto.

Il terzo arrestato di due giorni fa si chiama invece Rabah M., mentre dell’uomo fermato nella banlieue parigina di Argenteuil, Reda Kriket, si sa invece che era stato condannato nel luglio scorso insieme ad Abdelhamid Abaaoud (uno degli organizzatori degli attentati di Parigi il 13 novembre) per aver reclutato jihadisti per la Siria e che sul suo capo da agosto pendeva un mandato d’arresto europeo. Proprio in computer e una chiavetta usb all’interno di un appartamento di Atene nel quale aveva soggiornato Abaaoud a gennaio sono stati alcuni disegni e una mappa dell’aeroporto di Bruxelles.

Una notizia che confermerebbe come gli attacchi siano stati pianificati per tempo e come dietro ci sia un’unica regia. Dagli Stati Uniti è filtrata invece la notizia (riportata dalla Cnn) che i fratelli el Bakraoui erano in una lista nera dell’antiterrorismo già da prima degli attentati di novembre a Parigi.

Intanto, gli organizzatori hanno annullato, su richiesta del ministero dell’Interno e del comune, la «marcia contro la paura» prevista per oggi a Bruxelles, con partenza dalla piazza della Borsa. Motivo: la difficoltà di garantire la sicurezza, «data la capacità della polizia sul terreno e visto che la priorità è l’inchiesta».

Infine, c’è un piccolo giallo legato a possibili attacchi alle centrali nucleari del Belgio: dopo la chiusura dell’impianto di Liegi, le indiscrezioni che la vedevano nel mirino dei terroristi e la sospensione del badge per undici dipendenti, giovedì sera è stato ucciso un agente di sicurezza che prestava servizio in una centrale. Ma la procura ha smentito ogni legame con il terrorismo islamico: Didier Prospero sarebbe stato assassinato giovedì sera con il suo cane per «motivi personali».

fonte: Il Manifesto

http://ilmanifesto.info/a-bruxelles-la-rete-dei-pesci-grossi/