Brasile: ad un anno dall’assassinio di Marielle La giovane politica e attivista per i diritti umani in Brasile era tutto ciò che il governo brasiliano, dopo l’impeachment di Dilma Russef, volesse disprezzare: era una donna, nera, di origine molto povera che, tuttavia, era riuscita a laurearsi ed arrivare ad una carica politica importante, abitante di una bidonville (favela de Maré),tra le più povere di Rio di Janeiro, oltre che bissessuale e attivista sociale e politica nella difesa dei diritti delle minoranze brasiliane e degli ultimi del paese. Aveva più volte denunciato i soprusi dei militari nei quartieri poveri della città di Rio di Janeiro ed era una spada di Damocle per la liberalizzazione dell’uso indiscriminato della forza da parte della polizia e dei militari all’interno delle biddonville. Gli accusati dell’ omicidio sono Ronnie Lessa e Elcio Vieira de Queiroz, entrambi appartenenti alla polizia militare brasiliana. Per molti brasiliani,i due militari accusati dell’assassinio di Marielle Franco e del suo autista Anderson, (Lessa abita nello stesso condominio dell’attuale presidente Jair Bolsonaro) hanno in realtà commesso un crimine su commissione. In un recente discorso Jair Bolsonare ha voluto evidenziare che “la democrazia e la libertà del paese dipendono soltanto dalla volontà dei militari”. L’affermazione ha suscitato la paura della popolazione civile che non ha ancora dimenticato il periodo tragico, lungo e crudele della dittatura militare nel paese. http://www.famigliacristiana.it/articolo/il-brasile-di-marielle-e-quello-di-bolsonaro.aspx