Crescono i timori sulla tenuta dell’economia di Berlino: l’inflazione rallenta e mancherà l’obiettivo fissato dalla Bce. Frenano anche gli ordini all’industria. Calo dei prezzi anche in Francia che si allinea all’Italia. Il Pil del Giappone crolla, ma meno delle attese
di GIULIANO BALESTRERI
MILANO – Dopo l’Italia, sono la Germania e la Francia a preoccupare i mercati che pure provano a fidarsi della distensione tra Russia e Ucraina. Nel Vecchio continente i prezzi al consumo in Germania sono saliti dello 0,3% a luglio, portando l’inflazione annua allo 0,8%: per la Bundesbank arriverà, a fine anno, all’1,1% contro il 2% previsto dalla Bce. Un dato che si somma al calo degli ordini all’industria registrato nei giorni scorsi. In Francia, invece, i prezzi scendono: a luglio sono calati dello 0,3%, mentre il tasso annuale è stabile allo 0,5%. Calo dei prezzi al consumo anche in Spagna: a luglio sono scesi dello 0,4% su base annua. Per il numero uno della Bundesbak, Jens Weidmann, tuttavia, all’interno dell’Eurozona non c’è uno scenario di deflazione. Nell’Ue a 28, però, scende dello 0,1% e nell’a produzione industriale, che nell’area euro segna -0,3%.
Gli unici dati positivi, arrivano, così, dalla Cina, dove la produzione industriale è salita del 9% annuale a luglio, mentre le vendite al dettaglio crescono del 12,2% e gli investimenti in attività fisse avanzano del 17% nei primi 9 mesi dell’anno. Non preoccupa quindi l’atteso tonfo del Pil giapponese. Il paese del Sol Levante ha subito una brusca frenata tra aprile e giugno, nel trimestre successivo al rialzo dell’Iva dal 5% all’8%: l’economia è crollata dell’1,7% in termini
reali su gennaio-marzo e del 6,8% su base annualizzata. I consumi hanno avuto una contrazione del 5%, ma gli analisti si aspettavano un calo del Pil del 7,1%. In Gran Bretagna, invece, la disoccupazione è scesa al 6,4%, ai minimi dal 2008: in calo anche, per la prima volta da 5 anni, i salari. Deludono, negli Usa, invece, le vendite al dettaglio rimaste invariate a luglio: al netto della componente auto sono salite dello 0,1%, ma il dato è inferiore alle attese degli analisti.
In questo contesto a Milano, Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,62%, mentre nel resto del Vecchio continente Francoforte – dopo un avvio difficile – porta casa un guadagno dell’1,43%, Parigi dello 0,78%, Londra dello 0,37%. Chiusura in leggero rialzo per l’euro ma sempre sotto quota 1,34 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,3380 dollari e si rafforza anche sulla valuta giapponese a 136,94 yen. Anche il dollaro si rafforza sullo yen a 102,34. Poco mosso lo spread, in area 170 punti base, con i Btp a 10 anni che rendono il 2,74% dopo il buon esito dell’asta Bot di ieri. Positiva Wall Street dove il Dow Jones sale dello 0,6%, l’S&P 500 dello 0,4% e il Nasdaq recupera lo 0,9%. Crolla, invece, la società di Candy Crush dopo la trimestrale pubblicata ieri sera a mercati chiusi.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha archiviato una seduta in rialzo dello 0,35%: il crollo del Pil su base annua, infatti, è inferiore alla stime degli analisti che si attendevano una contrazione del 7,1%. Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio è in calo, ma resta sopra 97 dollari al barile. I future sul Light crude arretrano di 18 cent a 97,16 dollari e quelli sul Brent cedono 46 cent a 102,56 dollari. Stabile a 1.309,23 dollari l’oncia l’oro: da inizio anno il metallo giallo è cresciuto del 9%.
fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2014/08/13/news/borsa_13_agosto-93672412/?ref=HREC1-2