Bagnoli: disastro ambientale, i Carabinieri sequestrano le aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit CommentaInviaLe aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli, alla periferia di Napoli, sono state sequestrate dai Carabinieri nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli che ipotizza una situazione di disastro ambientale. Indagati 21 ex dirigenti della società ‘Bagnoli Futura’ e di vari enti locali. Secondo i pm, “tutti gli enti pubblici istituzionalmente preposti al controllo dell’attività di bonifica, quali Arpac, Comune e Provincia di Napoli, si sono venuti a trovare in una situazione di conflitto di interessi” con un “interscambio dei ruoli tra controllori e controllati”. Il risultato è che la bonifica di Bagnoli, costata 107 milioni di euro, non solo è stata solo “virtualmente effettuata” ma ha addirittura peggiorato l’inquinamento dell’area. Tra gli indagati anche ex politici illustri come i due ex vicesindaci di Napoli Santanelo e Papa e l’ex direttore generale del ministero dell’Ambiente Mascazzini. Esami tecnici confermano inquinamento – L’inchiesta è condotta dal pm Stefania Buda con il coordinamento dei Procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fraiasso. I pm hanno chiesto e ottenuto dal gip in composizione collegiale, l’organico istituito in occasione dell’emergenza rifiuti nel Napoletano, l’emissione di un’ordinanza che dispone il sequestro preventivo di un’ampia area, compresa la cosiddetta ‘colmata’ di Bagnoli. Gli esami tecnici disposti dagli inquirenti hanno accertato un notevole inquinamento dell’area: gli interventi di bonifica – secondo la Procura – avrebbero aggravato la già difficile situazione ambientale.Pm: bonifiche in contesto di conflitto di interessi – Le vicende legate alla bonifica delle aree di Bagnoli sono avvenute “in un contesto generalizzato di conflitto d’interesse” sostiene la Procura della Repubblica di Napoli. Secondo le indagini dei Carabinieri del Comando provinciale di Napoli e del Noe, coordinate dalla Procura del capoluogo campano, l’interscambio dei ruoli tra controllori e controllati e il conflitto di interessi degli enti pubblici insieme al comportamento dei soggetti responsabili della vigilanza sulla salvaguardia ambientale hanno determinato “il progressivo scadimento degli obiettivi di bonifica e dei controlli ambientali, causando – secondo l’ipotesi accusatoria – un disastro ambientale”. In particolare – sempre secondo l’accusa – gli organismi di vigilanza hanno avallato le scelte procedurali di Bagnolifutura, la società incaricata della bonifica delle aree. Pm: bonifica virtuale costata 107 milioni di euro – La bonifica di Bagnoli, costata 107 milioni di euro, non solo è stata solo “virtualmente effettuata” ma ha di fatto ” ha comportato una miscelazione dei pericolosi inquinanti su tutta l’area oggetto della bonifica con aggravamento dell’inquinamento dei suoli rispetto allo stato pre bonifica”. Lo sostiene la Procura di Napoli che, alla luce dei rilievi dei consulenti tecnici, ha ipotizzato il reato di truffa ai danni dello Stato. Oltre a questo reato “in relazione all’illecita percezione di denaro pubblico”, vengono contestati dalla Procura di Napoli anche il falso, in merito alle certificazioni di analisi e alle attestazioni di avvenuta bonifica, la miscelazione di rifiuti industriali in relazione all’avvenuto interramento di rifiuti industriali nell’area del Parco dello Sport, il favoreggiamento reale, oltre al disastro ambientale. Gip disponde piano bonifica e messa in sicurezza – Con il provvedimento di sequestro delle aree di Bagnoli il gip del capoluogo campano ha disposto “un dettagliato piano di interventi finalizzato a un’adeguata bonifica e messa in sicurezza” delle aree sequestrate. Lo si rileva da una nota della Procura della Repubblica di Napoli.
Indagati 2 ex vicedindaci di Napoli: Santangelo e Papa – Fra le 21 persone indagate vi sono anche due ex vicesindaci del capoluogo campano: Sabatino Santangelo, presidente della Bagnolifutura fino al 2006, e Rocco Papa, presidente della Bagnolifutura dal 2006 al 2010, entrambi vicesindaci di Napoli in giunte presiedute da Rosa Russo Iervolino. Nei riguardi di entrambi la Procura di Napoli ipotizza i reati di concorso in truffa aggravata.Indagato ex direttore generale del ministero dell’Ambiente – Per gli stessi reati ipotizzati nei riguardi degli ex vicesindaci di Napoli è indagato anche Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente. Gli stessi reati sono ipotizzati anche nei riguardi di Carlo Borgomeo, direttore generale della Bagnolifutura dal 2002 al 2007; Mario Hubler, direttore generale e legale rappresentante rappresentante della Bagnoli futura dal 2007 al 2012; Gianfranco Caligiuri, direttore tecnico della Bagnolifutura e responsabile della pianificazione e dello svolgimento della bonifica; Alfonso De Nardo, dirigente del Dipartimento provinciale dell’Arpac di Napoli dal 2005 al 2010. Per l’ipotesi di disastro ambientale sono indagati Mascazzini, Caligiuri, Santangelo, Papa, Borgomeo, Hubler e De Nardo. 11 aprile 2013 (Redazione Tiscali)
Nota: leggiamo con grande attenzione queste notizia in quanto si tratta di un area ex industriale da sempre considerata “gemella” dell’area Falck di Sesto San Giovanni, al punto che nei primi anni novanta proprio al fine di avviare le bonifiche il Parlamento varò la legge “Bagnoli – Sesto San Giovanni”.