Comunicato stampa
Terminato lo smontaggio del Memoriale italiano ad Auschwitz
A gennaio l’opera arriverà a Firenze dove sarà rimontata
Termineranno domani i lavori di smantellamento del Memoriale italiano, che dal Blocco 21 di Auschwitz verrà trasportato a Firenze entro gennaio. Qui sarà messo in sicurezza e successivamente rimontato nel padiglione Ex3 di Gavinana, per tornare ad essere accessibile al pubblico.
Il Memoriale, infatti, è stato chiuso alle visite nel luglio 2011 per decisione unilaterale del Museo di Auschwitz, che lo ha ritenuto non in linea con le disposizioni degli ultimi anni.
L’opera, voluta dall’ANED, l’Associazione degli ex deportati nei campi nazisti, è stata realizzata grazie al lavoro di alcuni dei più importanti nomi della cultura italiana del Novecento, tra cui Lodovico Belgiojoso, Primo Levi, Pupino Samonà, Nelo Risi, Luigi Nono. Era stata inaugurata ad Auschwitz nel 1980, per ricordare tutti gli italiani deportati nei Lager nazisti.
Il 20 maggio di quest’anno Comune di Firenze, Regione Toscana, ministero dei Beni culturali e Aned hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per formalizzare la scelta del trasferimento. Dei lavori di restauro, smontaggio e rimontaggio sono stati incaricati l’Istituto centrale del restauro di Roma e l’Opificio delle Pietre dure di Firenze.
“Le immagini dei restauratori che smontano pezzo per pezzo il Memoriale italiano ad Auschwitz – commenta Dario Venegoni, presidente dell’ANED – sono di quelle che non avremmo voluto vedere mai. Ricordo ancora lo sforzo immane sostenuto dall’ANED quasi 40 anni fa per progettare, finanziare e allestire quell’opera nel Blocco 21 del campo; ricordo la generale commozione il giorno dell’inaugurazione, quando oltre un centinaio di ex deportati e familiari giunti appositamente dall’Italia presenziarono alla cerimonia.
“Che l’opera alla quale hanno lavorato così illustri autori sia smontata fa male al cuore. Dura è la condanna per chi ha imposto tutto questo.
“L’ANED si è assunta la responsabilità di riportare il Memoriale in Italia. E registra con soddisfazione che i tecnici e i restauratori dell’Istituto Centrale del Restauro e dell’Opificio delle Pietre Dure hanno lavorato con competenza e celerità. Presto il memoriale sarà messo in salvo in Italia, a Firenze, finalmente al riparo da chi ne ha minacciato la distruzione”.