Vendola a Ramallah per Barghouthi «È come Che Guevara, va liberato»
Una delegazione di Sel composta dal presidente Nichi Vendola, il capogurppo alla Camera Gennaro Migliore i responsabili Esteri e pace il deputato Arturo Scotto e Francesco Martone sono in Medio Oriente per una serie di incontri. Ecco il reportage dell’inviato della Stampa Maurizio Molinari.
Al sesto piano del Fariz Building sull’Al Ersal c’è il quartier generale della campagna per la liberazione di Marwan Barghouthi, il più popolare leader palestinese. A guidare la battaglia è la moglie Fadwa che assegna un ruolo particolare all’Italia nell’intento di convincere Israele a liberare il marito, arrestato nel 2002 e condannato a quattro ergastoli per il ruolo che ebbe nella campagna dei “Tanzim” negli attacchi kamikaze della Seconda Intifada che contribuirono a causare circa mille vittime civili fra gli israeliani.
“Sono grata all’Italia per cosa state facendo, se mio marito tornerà in libertà a giovarsene sarà la pace” dice Fadwa Barghouthi, accogliendo Niki Vendola, il leader di Sel e governatore della Puglia che inizia proprio da qui la sua visita di cinque giorni in Israele e Territori palestinesi. Fadwa esordisce ricordando la cittadinanza onoraria che Palermo ha assegnato al marito così come “gli incontri avuti con i sindaci di altre città” – a cominciare da Roma – per realizzare progetti simili e Vendola le risponde sottolineando il valore “dell’impegno dei pacifici europei in Medio Oriente” perché “l’Europa esiste se riesce a fare la pace” in quanto “i popoli europei hanno un cuore caldo per pace”.
Ad essere seduta fra Fadwa Barghouthi e Vendola è Luisa Morgantini, eletta a Strasburgo con Rifondazione comunista e vicepresidente del Parlamento Europeo, che descrive così Marwan: “E’ come Che Guevara, che si batteva in Sudamerica per la rivoluzione”. Il paragone fra il guerrigliero latinoamericano degli anni Sessanta e Barghouti segna la conversazione. “La campagna per la liberazione di Marwan – continua Luisa Morgantini – vede in prima fila Sudafrica, Italia e Francia ed è solamente l’inizio”. Vendola promette a Fadwa di intensificare l’impegno a favore del marito: “Barghouthi è molto ammirato in Italia, il mio partito si batterà per lui anche in Europa”. E’ una maniera per spiegare perché, a campagna per le europee iniziata, il leader di Sel sia venuto a Ramallah: ritiene che “la battaglia per la pace in Medio Oriente sia prioritaria per l’Italia e per l’Europa”.
Fadwa risponde raccontando del marito “sequestrato dagli israeliani 12 anni fa”, “detenuto per lunghi periodi in una cella striminzita”, “che non ho potuto vedere per quattro anni” e “che ora mi consentono di incontrare solo una volta ogni due settimane”. Ma poi parla anche di politica palestinese e delle prospettive dell’intesa fra Al Fatah e Hamas, dimostrando una certa abilità nel trattare argomenti complessi. “Siamo in una fase complicata – dice – ma Marwan ha sempre auspicato la riconciliazione”. Come dire: è a favore del fatto Al Fatah-Hamas.
Riguardo a cosa avverrà ora, Fadwa afferma che “mio marito si è sempre battuto a favore degli accordi di Oslo anche quando pochi lo sostenevano” e assicura di “sperare nella pace con Israele” facendo bene attenzione ad evitare ogni riferimento alla lotta armata. Vicino a lei il figlio Sharaf di 25 anni aggiunge: “Mio padre si batte in carcere affinché i giovani palestinesi come me possano avere una vita normale, la mia generazione è aperta nei confronti degli israeliani, vogliamo vivere assieme con gli stessi diritti”. Lasciati gli uffici di Barghouthi, Vendola e la sua delegazione si sono recati a rendere omaggio alla tomba di Yasser Arafat alla Muqata.
dal sito di SEL
http://www.sinistraecologialiberta.it/notizie/vendola-a-ramallah-per-barghouthi-e-come-che-guevara-va-liberato/