mio commento: non solo la cosiddetta politica partorisce queste situazioni che siamo costretti a vivere nel nostro paese dove l’etica morate è diventata un optional. Tutto ciò deve essere considerato drammatico e deve far riflettere attentamente. E’ necessario che venga fermata definitivamente questa escalation di fatti che colpiscono a cascata un po’ tutte le istituzioni e che oltre a evidenziare le negatività di personaggi apparentemente corretti nell’esercizio delle proprie funzioni, diventano inevitabilmente esempio da perseguire per le nuove generazioni. In queste condizioni, il futuro che spetta ai cittadini, alle nostre figlie e ai nostri figli non è certo tranquillizzante. Mario Piromallo
Arrestato per concussione il comandante Gdf di Livorno: tangenti in cambio di verifiche fiscali addomesticate
Il provvedimento a carico di Fabio Massimo Mendella nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli. Fermato anche il commercialista napoletano De Riu
di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
NAPOLI – Tangenti in cambio di verifiche fiscali addomesticate. Finiscono in carcere l’attuale comandante provinciale della Finanza di Livorno, colonnello Fabio Massimo Mendella e il commercialista napoletano Pietro De Riu.
I pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock ipotizzano per entrambi il reato di concorso in concussione per induzione e di rivelazione del segreto d’ufficio. Per l’accusa, l’importo delle dazioni di denaro e di varie utilità incassate dagli indagati ammonta , in totale, ad un milione di euro.
Somme che, è scritto in una nota della Procura di Napoli, sarebbero state “asseritamente richieste ed incassate da De Riu per conto del Mendella”.
I fatti, stando alle indagini condotte dalla Digos napoletana con la direzione centrale della polizia criminale e dai finanzieri del Comando provinciale partenopeo e della Tributaria di Roma, si riferiscono a rapporti intercorsi negli anni tra il 2006 e il 2012, quando Mendella era responsabile del settore Verifiche al comando provinciale di Napoli, e successivamente trasferito a Roma.
A beneficiare dei presunti favori della Finanza sarebbero stati due fratelli imprenditori napoletani della società Gotha. Secondo la tesi accusatoria, il legame tra quel colonnello e quella società, saldata attraverso l’opera del commercialista, era così forte che quando il colonnello fu trasferito nella capitale, anche la Gotha cambiò sede, pur di continuare ad usufruire di quei vantaggi illeciti.
Il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, tiene a ribadire: “Confermiamo l’assoluta fiducia