La firma dell’Accordo di Programma per l’avvio della realizzazione della Città della Salute nei terreni ex Falck prospicienti lo scalo ferroviario (vedi nostro articolo via libera alla Città della Salute) parrebbe non essere l’unico semaforo verde giunto in questi giorni alla riqualificazione di questo importante ambito urbano in quanto anche il tema bonifiche sembra essersi notevolmente semplificato.
Per la verità la bonifica dei 200.000 metri quadri interessati alla realizzazione della Città della Salute e delle sue pertinenze non era mai stata messa in discussione essendo un impegno a carico dell’ex proprietà sancito dall’atto di cessione di questi terreni al comune ma la bonifica della restante parte dell’area Falck si prospettava economicamente tanto impegnativa da metterne in dubbio la possibile realizzazione.
Stime ufficiali non esistevano ma come è noto (vedi nostro articolo Area ex Falck: problema sestese?) i ben informati indicavano un costo complessivo prossimo ai 500 milioni di euro e quindi molto superiore allo stesso valore dell’area stabilito dal Tribunale di Milano nel corso della procedura fallimentare (345 milioni di euro).
Ora un recente Decreto governativo (vedi nostro articolo Il Decreto del fare) ha semplificato la materia e si stima che il costo totale della bonifica ora non dovrebbe superare i 280 milioni.
I commentatori finanziari sono convinti che questa riduzione del costo della bonifica permetterebbe alla vera proprietà dell’area, ovvero le Banche Creditrici di cui Intesa Sanpaolo e Unicredit fungono da capofila, di sostenere l’operazione immobiliare.
Tutte buone notizie che non devono comunque far dimenticare che i conti si fanno con l’oste che nelle operazioni di rigenerazione urbana si chiama mercato.
Angelo Gerosa