Ancora morti bianche sul lavoro. Non se ne può più. E’ necessario trovare il modo per dare sicurezza a chi opera nei luoghi di lavoro. Mario Piromallo
L’emergenza è scattata alla Kyklos in via delle Ferriere. Stavano lavorando sopra un’autocisterna. Sembra che abbiano aperto un boccaporto e siano stati investiti dalle esalazioni.
Due operai sono morti nell’impianto di compostaggio Kyklos di Aprilia, di proprietà di Acea. I vigili del fuoco sono intervenuti nella ditta e hanno recuperato i corpi.
L’allarme è scattato verso le 9.45 in via delle Ferriere 15. Le vittime, due autotrasportatori dipendenti di una ditta esterna di 44 e 42 anni, arrivati sul posto con i camion, stavano lavorando sopra un’autocisterna: sembra che abbiano aperto un boccaporto e siano stati investiti dalle esalazioni. Uno dei due è poi precipitato dal veicolo e il corpo è stato recuperato all’interno di una vasca, dove forse è caduto. Inutile il tentativo di rianimarli, anche se non è certo che il decesso sia stato causato dall’inalazione della sostanza (perclorato o ammoniaca) o dalla caduta avvenuta da alcuni metri, probabilmente dal cassone del camion.
L’area attorno alla Kyklos, per alcune centinaia di metri è stata interdetta. Sul posto sono al lavoro i carabinieri del reparto territoriale, oltre che dei vigili del fuoco, della Asl e dell’Arpa. Presente anche il magistrato di turno.
Nell’impianto vengono prodotti concimi organici derivanti dalla lavorazione dell’umido proveniente dalla raccolta dei rifiuti. Ci sarebbero altri operai intossicati e l’area attorno alla Kyklos, per alcune centinaia di metri è stata interdetta. Il centro si estende su 90mila metri quadrati di superficie. In base a quanto riferito in un blog di un comitato cittadino della zona nel corso del 2010 è stato autorizzato un incremento della potenza del trattamento dello stabilimento fino a un massimo di 66mila tonnellate all’anno. “Da anni gli abitanti della zona – si legge su un sito locale – denunciano i cattivi odori e la pericolosità dell’impianto, appelli rimasti purtroppo inascoltati”.
Si allunga così la lista delle morti sul lavoro provocate dalle esalazioni. L’8 aprile scorso a Molfetta, un’altra tragedia non lontano dallo stabilimento Truck center dove nel 2008 morirono cinque persone. Padre e figlio, per salvare il fratello caduto all’interno di una cisterna, hanno perso la vita uccisi dalle esalazioni degli scarti contenuti in una fogna interna alla ditta dove confluiscono gli scarti della lavorazione del pesce. Il 26 maggio 2009, in Sardegna, in tre sono morti nella grande raffineria Saras a Sarroch vicino a Cagliari asfissiati da gas tossici.
fonte: La Repubblica
http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/07/28/news/aprilia_due_operai_morti_in_un_impianto_di_compostaggio-92577303/?ref=HRER1-1