di Renzo Baricelli.
La situazione oggi ripropone i problemi sociali più importanti per l’Italia e anche per la nostra regione dove più evidente è la forbice fra ricchezza e povertà. Tutto ciò, se resta senza risposta, lo sappiamo, provoca una involuzione nel modo di pensare e nei comportamenti dei cittadini, che perdono fiducia nella efficacia della libertà e della democrazia come punti fondamentali alla base del vivere civile e sociale.
Avviene che una parte considerevole di cittadini diventano propensi a prestare attenzione a sollecitazioni illiberali, reazionarie per poi, ma troppo tardi, amaramente pentirsene.
Si alimenta una spinta alla ricerca di soluzioni egoistiche e individuali e a pericolose scorciatoie politiche nella illusione che cosi possano essere risolti i loro problemi.
Quando ci sono intollerabili disuguaglianze e profonda inquietudine per il futuro, quando ciò accade in misura così vasta, è l’insieme dei cittadini che ne resta contaminato: si diffonde un senso di sfiducia per il futuro che si ripercuote negativamente verso le istituzioni e verso le pratiche della democrazia. “
Questa preoccupata considerazione è contenuta nel documento approvato dalla seconda conferenza regionale dell’ANPI svoltasi a Milano nel marzo del 2008.
Sono passati quasi sei anni e la situazione è gravemente peggiorata; nella stessa misura si sono aggravati i pericoli per il sistema democratico sancito nella costituzione repubblicana.
Il fatto che Berlusconi sia decaduto da senatore ha una notevole importanza, ma non ha modificato la situazione economica, sociale, politica degli italiani.
Ad agire per far crollare il sistema della democrazia vediamo che ci sono svariate forze, possiamo nominare oltre agli estremisti di Forza Italia anche gli estremisti di 5 stelle e quelli della Lega nord solo per citare i più conosciuti: Brunetta, Grillo, Salvini.
Da un pauroso vuoto della politica e delle istituzioni nel quale siamo, c’è qualcuno che pensa che saranno le istanze dei lavoratori e della povera gente ad averne la meglio?
Lavoratori, povera gente, giovani hanno potuto contare e conquistare condizioni di vita civili e diritti sociali soltanto dopo la faticosa costruzione delle istituzioni democratiche.
Occhi aperti quindi. E lotta per soluzioni politiche che amplino la partecipazione democratica per dare risposte percettibili e non rinviabili ai problemi della disoccupazione e della precarietà del lavoro, di uguaglianza e di giustizia sociale. Su questi punti occorre attuare la Costituzione, non cambiarla.
Tutti abbiamo l’interesse primario che i problemi politici siano seriamente e rapidamente risolti.
Se ci ragioniamo sopra, il più urgente è quello della legge elettorale. In molti gridano che il proporzionale sarebbe il peggiore dei mali. Non è vero. Il peggiore dei mali è continare a inseguire un sistema elettorale maggioritario sul quale in tutti questi anni non sono stati capaci di trovare un accordo. Non accorgersi che non c’è più tempo questo sì che sta diventando un rischio tremendo.