Amministrative 2015 siamo ai ballottaggi

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Il Pd lotta per mantenere Venezia

Nel capoluogo veneto il centrosinistra potrebbe perdere la guida del Comune che controlla ininterrottamente da quando c’è l’elezione diretta del sindaco (1993)

Scuole chiuse, molti italiani con la testa già alle vacanze, una domenica che si annuncia di brutto tempo al nord, in Toscana e in Emilia Romagna, ma variabile o di sole nelle restanti regioni del centro e al sud. Il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative rischia di far registrare un’affluenza ancora più bassa rispetto a quella del primo turno, domenica 31 maggio, quando andò a votare solo il 52% degli elettori. Si vota in 65 comuni, tra cui 11 capoluoghi di provincia: Lecco, Mantova, Rovigo, Venezia, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Nuoro. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 e lo scrutinio avrà inizio immediatamente, al termine delle operazioni di voto. Unica eccezione la Sicilia, dove si vota sia domenica (dalle 8 alle 22) sia lunedì mattina, dalle 7 alle 15.

Il caso Venezia

Dopo la conquista della Liguria da parte del centrodestra e le difficoltà registrate dal centrosinistra anche in una regione tradizionalmente rossa come l’Umbria, i riflettori della politica sono puntati soprattutto sull’esito della battaglia per Venezia, dove il candidato del centrosinistra Felice Casson non è riuscito a centrare l’elezione al primo turno. Parte in netto vantaggio sul suo avversario Luigi Brugnaro del centrodestra: lo scarto è di circa 10 punti, 38,01% contro 28,56%, ma al secondo turno dovrebbero convergere su Brugnaro gli elettori della Lega Nord che in prima battuta avevano sostenuto Gian Angelo Bellati (11,89%) e quelli di Fratelli d’Italia che avevano dato a Francesca Zaccariotto il 6,8% dei consensi. Per Casson si potrebbero schierare gli elettori del M5S che al primo turno avevano fatto raggiungere al candidato Davide Scano il 12,6% e che questa volta potrebbero raccogliere l’invito dell’ex magistrato Ferdinando Imposimato, già candidato grillino per il Quirinale, a far convergere i propri consensi sull’esponente della sinistra Pd, anch’egli magistrato in aspettativa. Una sconfitta a Venezia, dove il centrosinistra governa ininterrottamente dal 1993, ovvero da quando c’è l’elezione diretta, sarebbe un’ulteriore macchia nera per il Pd nel bilancio di questa tornata di voto, mentre una vittoria avrebbe un ulteriore significato politico essendo Casson uno dei senatori «ribelli» contrari alla linea di Matteo Renzi.

L’alleanza Lega-FI in Lombardia

In Lombardia si cerca di valutare quanto sia forte l’asse Lega-FI che governa anche la Regione e che altrove si è invece sfaldato. A Mantova il portacolori del centrosinistra Mattia Palazzi parte dal 46,5% del primo turno che non gli era bastato per chiudere subito la partita ma che gli dà un vantaggio psicologico significativo essendo Paola Bulbarelli, la sua sfidante, esponente del centrodestra in formazione completa (FI, Lega, Fdi), in rincorsa partendo solo da un 26,44% e senza troppe speranze di raccogliere voti a sufficienza dai bacini del M5S (7,65% al primo turno) e dalle altre liste civiche, tutte finite sotto il 5%. Sempre in Lombardia, a Lecco, è invece accesa la sfida tra il sindaco pd uscente, Virginio Brivio, che parte dal 39,21%, e il candidato del centrodestra unito Alberto Negrini che spera di poter aggiungere al suo 26,53% un pacchetto di voti andati al primo turno a Lorenzo Bodega, già sindaco leghista tra il 1997 e il 2006 (ma anche deputato e senatore) e oggi rappresentante del Nuovo Centrodestra di Alfano, che in prima battuta aveva messo insieme il 20,21% dei consensi.

Gli altri capoluoghi

Quanto agli altri Comuni capoluogo, il centrosinistra parte in vantaggio ad Arezzo, Rovigo, Macerata, Fermo, Trani, Matera e Nuoro; il centrodestra ha conquistato la pole position solo a Chieti. In quasi tutti questi comuni la partita è aperta sia per lo scarto non eccessivo tra i due finalisti che potrebbe essere colmato dagli elettori dei candidati rimasti esclusi (con l’eccezione di Trani, dove Amedeo Bottaro era arrivato al 47,48% distanziando di più di 30 punti il primo degli avversari, Antonio Florio, fermatosi al 14,56%), sia per la presenza allo spareggio, in alcuni casi, di liste civiche che potrebbero conquistare consensi trasversali.

fonte: il Corriere della Sera

http://www.corriere.it/politica/15_giugno_12/elezioni-amministrative-2015-ballottaggi-4e81d2fc-1113-11e5-b09a-9f9a058e6057.shtml?refresh_ce-cp