AMIANTO, FIBRA KILLER: IL MALE DA ELIMINARE
Dopo 22 anni non è ancora stato approvato il piano nazionale
per l’eliminazione dei residui di amianto. IL GOVERNO PUÒ E DEVE INTERVENIRE
Non c’è giorno che sui giornali, alla radio e in Tv non siano date notizie inerenti all’amianto, la fibra killer che provoca sempre più morti da mesotelioma pleurico.
Ogni anno si registrano in Italia oltre 4.000 vittime causate da malattie asbesto-correlate.
Malgrado siano ormai trascorsi 22 anni dall’approvazione della legge 257/1992 (scarica il PDF al link http://bit.ly/1vLsFJl ) non è stato ancora approvato, dalle istituzioni – a partire dal Governo – il “ Piano Nazionale Amianto” scaturito dalla Conferenza Nazionale Governativa sull’amianto svoltasi a Venezia nel 2012.
In tutto il paese nei decenni si sono tenuti e tuttora sono in atto processi e indagini sulle morti provocate dall’esposizione durante l’attività lavorativa con l’amianto. La più nota è la sentenza emessa nel 2013 dal Tribunale di Torino nei confronti dell’Eternit, ma in Italia è opportuno ricordare la prima sentenza che sancì la nocività dell’amianto: fu emessa sempre dal Tribunale di Torino nel 1906, dopo gli scioperi che si erano svolti nelle cave di amianto di Balangero. Millenovecentosei! È da allora, più di un secolo fa, che si è presa consapevolezza del nesso tra la fibra e le patologie che ne derivano.
Lo scorso maggio 27 dirigenti dell’ILVA di Taranto sono stati condannati per la morte di 29 operai colpiti da mesotelioma quale conseguenza dell’esposizione dell’amianto. In queste settimane è iniziato presso il Tribunale di Milano il processo nei confronti di 9 ex manager della Breda Termomeccanica di Sesto S. Giovanni per la morte – sempre causata da mesotelioma – di 11 lavoratori. Nel contempo si è avviato da parte della Procura di Ivrea l’indagine negli stabilimenti della Olivetti per le morti – avvenute tra il 2008 e il 2014 – di 13 operai e impiegati già lavoratori della Olivetti. Ancora una volta uccisi, ma si può dire assassinati, dal mesotelioma pleurico.
Crescono fra i lavoratori e i cittadini i decessi provocati dall’esposizione all’amianto, ma dopo 22 anni dall’approvazione da parte del Parlamento della sopra citata legge 257/92 – che vieta l’uso dell’amianto e ne prescrive l’obbligo di bonifica ed eliminazione – il Governo non ha ancora approvato “Il Piano Nazionale dell’Amianto” per concretizzare quanto espressamente stabilito. La fibra killer, dunque, non è ancora stata spazzata via dal nostro paese, a partire dalle scuole e dai territori dove più forte è la presenza di aree e fabbriche dismesse. E’ doveroso sottolineare che questo avviene in un Paese dove, già il 14 giugno 1909 con il regio decreto 442/009, si rendeva obbligatoria la tutela da garantire ai lavoratori che manipolavano l’amianto. Vent’anni dopo, nel 1929, il decreto legge 298 rendeva obbligatoria l’assicurazione per le malattie professionali (nel settore industriale) relative a silicosi ed asbestosi.
Finalmente, con la legge 257 del 1992 l’utilizzo dell’amianto è stato totalmente bandito in Italia (lavorazione, commercio, utilizzo, etc.) e con la direttiva europea n. 77 si è introdotto l’obbligo dell’attuazione di tale divieto in tutta Europa, a partire dal 2005.
Malgrado tutte queste norme, in Italia vi sono tuttora milioni di tonnellate di amianto da eliminare. E contrariamente a quanto previsto dalle norme vigenti, non si sono definiti i piani regionali né quello nazionale per la bonifica dall’amianto in tutto il paese.
Quest’anno il Ministero dell’Ambiente ha predisposto 62 decreti per progetti di bonifica e di aree di siti inquinati nazionali: 51 di approvazione e 8 di autorizzazione di avvio ai lavori. Però il Governo Renzi non ha approvato il “Piano Nazionale Amianto” già elaborato dal Ministro della Salute del Governo Monti e bloccato alla Conferenza Stato-Regioni per la mancanza dei necessari finanziamenti.
È solo il caso di ricordare che la Legge 257/92 stabiliva che entro 2 anni le regioni dovevano approvare i piani regionali e il Governo partendo da quei contenuti doveva elaborare e approvare – con i necessari finanziamenti – il Piano Nazionale.
Nelle prossime settimane l’Esecutivo elaborerà le misure per definire il piano ed il bilancio 2015. Auspichiamo che il Governo Renzi includa nel bilancio 2015 i finanziamenti necessari per approvare e realizzare il Piano Nazionale Amianto, colmando così un colpevole ritardo di oltre vent’anni, pericolosissimo per la salute di tutti i cittadini.
Antonio Pizzinato
http://www.antoniopizzinato.it/?p=166
Milano, 7 ottobre 2014