AMIANTO: INVECE DI ELIMINARLO LO IMPORTIAMO?

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di Antonio PizzinatoIL MALE CHE NON SI VUOLE ESTIRPARE

Una situazione assurda: da un lato, da decenni, non si realizzano le bonifiche, dall’altro – in violazione delle leggi – si importano tonnellate di amianto; intanto, mentre aumentano i morti, vittime della fibra killer, una sentenza della Cassazione ne prescrive le stragi. Questa tragica e contraddittoria realtà del nostro paese richiede un impegno di tutti e misure straordinarie per risanare il territorio italiano e tutelare la salute dei cittadini. Nel nostro paese non si finisce mai di meravigliarsi, di essere colpiti dal mancato rispetto delle norme di legge, perfino quando riguardano la tutela della salute. E’ opportuno sinteticamente ricordare i fatti. Da oltre un secolo, in Italia, ci si batte per tutelare i cittadini dagli effetti nocivi dell’amianto: “la fibra killer” che provoca- con latenze dai 10 fino ai 30 o 40 anni- il mesotelioma pleurico e il carcinome polmonare: cioè la morte da tumore. Le iniziative e mobilitazioni per vietare la lavorazione, l’utilizzo, la commercializzazione dell’amianto nel nostro paese, è iniziata con scioperi, processi, sentenze, manifestazioni sin dall’inizio del 900 (prima sentenza: 1906). Mobilitazioni che via via, per tappe, portarono, prima all’assicurazione sanitaria e previdenziale sul lavoro, sino a giungere – dopo varie norme e leggi, nel marzo del 1992 – all’approvazione della Legge n. 257/1992, firmata dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga il 27 Marzo del 1992 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Legge che vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la lavorazione, l’utilizzazione e la commercializzazione dell’amianto in tutto il territorio nazionale, nonché impone di eliminare l’amianto dai luoghi pubblici e privati dove è presente.

OLTRE VENT’ANNI DI INIZIATIVE E LOTTE PER ATTUARE LA LEGGE 257/92.

Immediatamente si svilupparono, sia nazionalmente che nelle fabbriche e sul territorio le iniziative per attuare la legge, in particolare con questi obiettivi: a) la messa al bando di ogni attività di manipolazione dell’amianto b) i benefici previdenziali per i lavoratori con più di dieci anni di lavorazione dell’amianto; c) la riconversione produttiva; d) anagrafe e registro ex esposti amianto e del mesotelioma e) programma di tutele e prevenzione sanitarie dall’amianto; f) censimento e bonifica luoghi di lavoro e stabili pubblici e privati con presenza di amianto Molte sono le difficoltà e le resistenze, a partire dalla mancata realizzazione da parte delle Regioni – dovevano farlo entro due anni – della mappatura della presenza di amianto (ex luoghi di lavoro, stabili pubblici e privati) e del programma di bonifica – in ogni regione dai milioni di tonnellate presenti nelle varie realtà. Contemporaneamente si sviluppano in tutto il paese le iniziative giudiziarie nei confronti delle aziende per ottenere il risarcimento delle vittime e dei familiari delle migliaia di deceduti per mesotelioma e malattie correlate (sia degli ex lavoratori che dei familiari e cittadini dei territori delle ex fabbriche). Ad oltre vent’anni dalla legge 257/92 e delle varie norme di legge integrative adottate sia dal Parlamento Italiano che dalla Comunità Europea, in Italia non si è ancora realizzata l’eliminazione dei milioni di tonnellate di amianto né la bonifica di stabili pubblici e privati. Contemporaneamente continuano ad aumentare le morti causate dall’amianto e si prevede l’apice dei decessi per il 2020/2025. Emblematico della situazione ed espressione della triste realtà dell’Italia è quanto accaduto negli ultimi mesi relativamente all’Eternit di Casale Monferrato (dove sono oltre 3000 le vittime dell’amianto: 2200 morti, oltre 800 colpiti da mesotelioma e carcinoma) e con la sentenza della Cassazione, lo scorso novembre, che ha cancellato la sentenza di condanna e ha prescritto la strage, il disastro colposo ambientale causato dall’Eternit. Nel contempo, lo scorso dicembre, in Parlamento si è approvato il Piano di Stabilità 2015. Numerose erano le proposte di emendamenti presentate sia al Senato che alla Camera riguardanti le problematiche dell’amianto a partire, in particolare, dal Piano nazionale di bonifica, le misure di tutela della salute e i risarcimenti agli ex lavoratori esposti e ai cittadini colpiti. Il Governo, la maggioranza, ha respinto la maggioranza delle proposte di intervento e finanziamento ed ha accolto solo tre emendamenti, in particolare un finanziamento di 65 milioni per completare le bonifiche amianto a Casale Monferrato e a Bagnoli, l’estensione dei benefici del Fondo INAIL alle vittime dell’amianto a persone colpite (vittime dell’amianto) non per motivi professionali: ma non sono stati assicurati i finanziamenti per il Piano nazionale amianto, quindi per realizzare il piano delle bonifiche, eliminare i 2 milioni di tonnellate di amianto presenti negli ex luoghi di lavoro, in stabili pubblici e privati (secondo il “Sole 24 ore” del 21.1.2014 i siti principali da bonificare sono 36.610).

1040 TONNELLATE D’AMIANTO IMPORTATE DALL’INDIA

Mentre, a 23 anni dall’approvazione della legge 257/92, non si è ancora né approvato il Piano nazionale amianto, né sno state adottate le misure e i finanziamenti per realizzare le bonifiche , arriva la notizia che negli anni 2011-2012 sono state imporate in Italia dall’India ben 1040 tonnellate di manufatti di amianto. Secondo l’”Indian Minerals Yearbook” l’India avrebbe esportato, nel 2011-2012, 1296 tonnellate di amianto e di queste ben 1040 tonnellate in Italia. Fatto sul quale sta indagando la Magistratura di Torino: l’importazione in Italia è vietata dalla legge 257/92. Un fatto inaudito e inaccettabile anche perchè vi è chi, entrando dalle dogane, era a conoscenza di tale atto ed ha consentito di violare la legge e mettere a rischio la salute dei cittadini italiani. L’insieme della situazione, mancate bonifiche – in Lombardia sono concentrati oltre due terzi di tutto l’amianto presente in Italia – mancato finanziamento e mancata approvazione del Piano nazionale amianto, insufficienti misure di tutela della salute sia per chi lavora alle bonifiche sia per i cittadini italiani, a partire dai ragazzi che studiano nelle scuole non bonificate, e infine le limitate misure approvate dal Governo con la legge di Stabilità, sottolineano l’urgenza che da parte del Parlamento e del Governo si adotti un Piano nazionale con le sue articolazioni nazionali e territoriali che, in tempi certi, realizzi “Amianto Zero” in Italia. Ieri, 12 gennaio 2015, presso la Commisione Lavoro del Senato, si è tenuta una audizione con i rappresentanti delle forze sociali e delle associazioni ex esposti sui Disegni di legge n. 8, n. 631, 1268, e 1645 relativi a varie misure e interventi sull’amianto (cliccate qui per leggere comunicato stampa e documento del Comitato Nazionale Amianto). E’ importante che la Commissione Lavoro abbia avviato l’esame di queste proposte, ma, alla luce della mia pluridecennale esperienza, ritengo questa azione non sufficientemente tempestiva ed efficace per realizzare quel che non si è fatto in oltre venti anni. A mio parere è necessario, che operando unitariamente, nella pluralità di ruoli e di compiti, si definisca un Piano generale nazionale, articolato regionalmente e territorialmente che fissi obiettivi, tempi di realizzazione e i necessari finanziamenti per realizzare finalmente in Italia “Zero Amianto”. Un Piano articolato tramite le assemblee regionali dei sindaci e controllato dal Coordinamento Nazionale presso il Ministero della Sanità e dai Coordinamenti delle Regioni; nominato e composto anche dai Sindaci che ne verificano l’attuazione attraverso l’Assemblea Regionale Annuale. Dopo venti anni di mancata attuazione delle norme prevsite dalla legge 257/92, la notizia riportata dal Corriere della Sera in data 11 gennaio ( nella foto) sottolinea l’emergenza che vive il nostro paese per la tutela della salute dei suoi cittadini: bisogna fare presto e bene, ma se la svolta non si realizza nei prossimi mesi, è opportuno ricordare l’esperienza del presidio giorno e notte in piazza Montecitorio, in attesa della citata legge del 1992!!

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Antonio Pizzinato Milano 13 Gennaio 2015
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