Niente accordo in extremis al Ministero dello Sviluppo economico, dopo l’iniziale rifiuto delle Rsu
MILANO – Nulla sembra ormai poter tenere attiva la sede romana di Almaviva contact: nella capitale, il call center chiude e le lettere di licenziamento dei 1.666 dipendenti sono già tutte partite. Secondo fonti del Ministero dello Sviluppo economico, l’ultimo tentativo di riaprire il tavolo presso il dicastero oggi è infatti fallito. Un deragliamento della trattativa confermato dalla viceministra Teresa Bellanova a RaiNews24: “Purtroppo l’azienda ha avanzato difficoltà anche dal punto di vista della tenuta della procedura e quindi ha ribadito il mantenimento dell’accordo dei lavoratori di Napoli e il mancato accordo con Roma”.
Il sito è inattivo dallo scorso 22 dicembre, quando è scaduta la procedura di mobilità ed è stato dato il via libera ai licenziamenti, a seguito del “no” opposto dalle Rappresentanze sindacali unitarie romane all’accordo raggiunto quella notte al Mise. Un tentativo di riaprire il tavolo è stato fatto per rispettare la volontà della maggioranza dei lavoratori interpellati direttamente con assemblee e raccolte firme: i sindacati hanno cercato allora una marcia indietro per allinearsi alla scelta già fatta dai colleghi di Napoli. Qualora la richiesta fosse stata accettata, ai lavoratori romani sarebbero stati dati tre mesi (coperti dalla cassa integrazione) per riuscire ad arrivare a un ulteriore accordo che dovrà necessariamente contenere anche un taglio del costo del lavoro.
La reazione immediata dell’azienda, d’altra parte, non lasciava sperare: Almaviva ha subito definito le ultime dichiarazioni sindacali “sorprendenti”, riferendosi a chi “vorrebbe cancellare tutto affermando che la totalità delle rappresentanze sindacali di Roma avrebbe agito contro il volere della maggioranza