Allarme CGIL, il tirocinio è troppo spesso sfruttamento

È boom di stage, troppi quelli abusivi

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Foto: Marco Merlini – immagine tratta dal sito Collettiva.it

PATRIZIA PALLARA 22/02/2022 – 08:06

I tirocini extracurriculari crescono del 227% nel 2021 rispetto all’anno precedente: aumentano le attivazioni per gli over 55, diminuiscono per i giovani. Nidil Cgil: “Molto spesso lo strumento è usato in modo improprio. Nella finanziaria un punto di partenza per rivedere le regole”

“Le persone pensano di firmare un contratto di lavoro. Dopo sei mesi o un anno, quando finiscono, l’amara sorpresa: non hanno diritto a niente, disoccupazione, contributi, nulla di nulla. Perché quello che avevano sottoscritto era un progetto formativo. È a quel punto che si rivolgono a noi e scoprono che il loro era uno stage”. A parlare è Maria Giorgia Vulcano, coordinatrice dei tirocini extracurriculari per il Nidil Cgil, il sindacato che ha lanciato l’allarme: nel 2021 c’è stata un’impennata, più 227 per cento nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Ma quel che è peggio, è che questi stage spesso nascondono lavoro vero e proprio. Lo dimostrano le segnalazioni e le richiesta di assistenza e aiuto che arrivano al sindacato. Donne e uomini, giovani e non, che a fronte di un’indennità economica variabile da regione a regione, di fatto sostituiscono dipendenti, con buona pace dei propositi formativi della misura. Nati come strumenti per l’inserimento e il reinserimento di persone svantaggiate, disoccupati e inoccupati senza alcuna limitazione anagrafica, nel corso del tempo sono infatti diventati una vera e propria occasione di sfruttamento e precariato.

“In periodo di pandemia questo fenomeno si è accentuato – riprende Vulcano -. Basta guardare l’età media dei tirocinanti, che secondo gli ultimi dati si è decisamente alzata: più 30 per cento di attivazioni per gli over 55, meno 34 per cento per i giovani nella fascia 15-29 anni. Un percorso di formazione lo si immagina adatto a chi non ha mai avuto esperienze lavorative, a un giovane alle prime armi, non a un disoccupato di lungo corso, che dovrebbe essere reimmesso nel mercato con un contratto vero e non con un tirocinio”.

Nei bar a fare caffè, nei piccoli negozi e nelle grandi catene a vendere e riordinare prodotti, nei pub a servire birra e hamburger, nei magazzini, nella logistica, insomma in tutte quelle situazione in cui la mansione è troppo elementare e non richiede sei mesi o un anno di tempo per imparare a svolgerla, il rapporto di stage nasconde un contratto di lavoro. E quindi viene usato in modo abusivo.

Nel 2021 i tirocini hanno riguardato soprattutto il settore dei servizi, con circa 66mila attivazioni, l’industria, con poco più di 21mila attivazioni, e l’agricoltura che ha assorbito l’1,8 per cento. E, indovinate un po’, solo il 10 per cento di questi stage si sono trasformati in un contratto di lavoro stabile, mentre appena il 13,5 per cento dei beneficiari è costituito da persone con fragilità. A dimostrazione ulteriore che sono stati impiegati in maniera impropria. Quella degli stage, e in particolare degli stage gratuiti, è una questione che preoccupa e affligge anche l’Unione europea.

Tanto che qualche giorno fa la plenaria di Strasburgo ha approvato con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astenuti una risoluzione che stabilisce che i tirocini debbano essere retribuiti, perché altrimenti sono una “forma di sfruttamento dei giovani lavoratori e una violazione dei loro diritti”. Oltre a…per continuare a leggere cliccare:

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