Alcoa, tra gli operai sale la tensione
Seppur sfiancati da tre anni di lotte, gli operai dell’Alcoa di Portovesme non mollano. Vogliono con tutte le forze che la loro fabbrica riapra e non si accontentano degli ammortizzatori sociali. Ieri per 300 di loro è stata un’altra giornata campale, come quel 10 settembre dell’anno scorso, il giorno del «Disposti a tutto».
Sono partiti prima dell’alba in nave dalla Sardegna, sono arrivati a Roma alle 10 del mattino e per dieci ore sono rimasti sotto il ministero dello Sviluppo economico. Delusi dall’esito dell’ennesimo tavolo, hanno discusso in una tesissima assemblea se rimanere in presidio o tornare prendendo la nave in partenza a Civitavecchia. Gli interventi sono tanti, ognuno vuole dire la propria perché «come sempre decidiamo tutti insieme cosa fare». Alle otto della sera a prevalere, senza bisogno di votare, è chi pensa che «restare oggi serve a poco, la prossima volta, quando veramente si deciderà il nostro futuro, staremo qua anche una settimana», sintetizza un Rsu. U
Un centinaio di lavoratori però non sono d’accordo. Volano parole grosse, il lancio di petardi diventa fitto. La mediazione dei sindacalisti riesce però a mantenere l’unità dei lavoratori: alle 20,30 il presidio si scioglie, alla spicciolata gli operai vanno verso i pullman che li accompagneranno al traghetto per la «nostra terra»….per continuare a leggere cliccare: http://www.unita.it/economia/alcoa-lavoro-operai-protesta-ministero-klesch-cig-petardi-fiom-cgil-sardegna-1.530136