Il ‘900 è stato l’ultimo secolo delle grandi esplorazioni ed una delle ultime pagine di questa epopea venne scritta esattamente 44 anni orsono dalla missione “Città di Sesto San Giovanni”.
Sergio Bigarella (capo spedizione), Mario Baschieri, Ercole Gervasoni, Angelo Pizzocolo e Taldo Vasco il 17 luglio atterrarono in Groenlandia, l’isola del nostro pianeta più grande (quasi otto volte l’Italia) spopolata (poche decine di migliaia di abitanti) ed inesplorata.
Da Sondre Stromffjord in elicottero si portarono nel porticciolo di Egedesminde dove con nave raggiunsero Umanuk (grande cuore in lingua esquimese) un rifugio di pescatori che descrissero come: “casette da nulla aggrappate a casaccio sulle poche rocce affioranti dai ghiacci. Pesci a seccare nel vento, Non terra. Non verde. Silenzio”.
Gli esquimesi di Umanuk non avevano mai neppure immaginato che ci si potesse inoltrare in quell’infinito mondo di ghiaccio e quindi si incuriosirono per questi forestieri che chiesero di venire sbarcati nella non lontana penisola di Akuliarusinguak (grande naso in esquimese).
Nonostante le piccole dimensioni delle barche esquimesi non fu facile trovare un passaggio tra i ghiacci, raggiungere alcune rocce affioranti su cui poter sbarcare e da lì arrivare ad un ghiaione dove organizzare il Campo Base.
Dal Campo Base gli esploratori sestesi, primi uomini a metter piede sulla penisola, organizzarono ben sei spedizioni che grazie alle notti luminose artiche durarono anche 23 ore cadauna.
Furono conquistate numerose vette la più alta delle quali (2.086 metri) venne battezzata “Cima Città di Sesto San Giovanni”, la più ardita (1.919 metri, con pareti verticali che richiesero l’uso di diversi chiodi) “Cima CAI Sesto San Giovanni” ed il punto più panoramico (altura di 700 metri circondata da catene montuose e cascate di ghiacciate) “Colle dei sestesi”. Altre decine di Cime e di passi vennero intitolati ad alpinisti lombardi caduti in montagna.
Il 16 agosto, cioè esattamente alla fine del mese del loro mese di ferie i lavoratori/esploratori sestesi atterrano all’aeroporto di Linate.
Agli esploratori sestesi non sfuggì il fatto che il 20 luglio, mentre cercavano di convincere gli esquimesi di Umanuk ad imbarcarli per Akuliarusinguak Neil Armstrong approdò sulla Luna. Quasi un simbolico passaggio di testimone dagli esploratori sestesi agli astronauti statunitensi, dalla terra al sistema solare.
Ed al capo spedizione Bigarella nel 1971, cioè due anni dopo la missione sestese, non sfuggì il fatto che il giovane alpinista che l’accompagnò nella seconda scalata assoluta del monte Carstennsz Toppen, vetta di 5.029 metri del gruppo Piramide in Nuova Guinea il giorno dopo volle affrontare una folle arrampicata in solitario della diretta sulla parete Nord del vicino Monte Puntiak Djana. Un monte già scalato dall’inglese Harrer ma per vie meno estreme. Il giovane alpinista era Reinhold Messner e non vedeva la montagna come è il fine del desiderio di esplorare il mondo ma come il mezzo della necessità di scoprire il proprio universo interiore.
E così spedizioni, come la “sestese”, di 44 anni fa chiusero l’epoca delle esplorazioni.
Angelo Gerosa