900milioni di tagli, scuola e ricerca nel panico

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mio commento: posto questo articolo che anche se non tratta di una notizia fresca di giornata, ritengo importante riprendere per le lettrici e i lettori di Nordmilanotizie. Mario Piromallo

Pronti 900 milioni di tagli, scuola e ricerca nel panico

di Roberto Ciccarelli, 26.9.2014

Spending Review. Allarme rosso tra studenti (in piazza il 10 ottobre) e sindacati. Pantaleo (Flc-Cgil): “Ora basta bugie dal governo, no ai tagli”. Il Pd li smentisce ma nessuno ci crede. Pacifico (Anief): “Il governo vuole fare una partita di giro, e una riforma a costo zero”. Ancora una volta, i più danneggiati saranno tutti i docenti.

on il fucile della spen­ding review pun­tato die­tro la schiena, il governo sta pre­pa­rando una gigan­te­sca par­tita di giro ai danni della scuola, dell’università e degli enti di ricerca. Nella pros­sima legge di sta­bi­lità ci potreb­bero essere 900 milioni di euro in tagli com­ples­sivi per finan­ziare la prima tran­che dei fondi neces­sari per assu­mere 148 mila pre­cari dalle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento a set­tem­bre 2015. Ne ser­vi­ranno, a regime, altri 2,7 miliardi, ma al momento l’esecutivo non sem­bra avere alcuna idea su dove, come e quando prenderli.

Ma i tagli ci sono dav­vero?
Le «indi­scre­zioni» pub­bli­cate ieri da Il Sole 24 ore sosten­gono che i tagli ver­ranno ripar­titi in que­sta maniera: 400 milioni dalle uni­ver­sità e dal fondo Foe che finan­zia gli enti di ricerca. Dovrebbe essere col­pito anche il fondo Far che il governo Letta aveva desti­nato all’assunzione dei ricer­ca­tori. Pro­prio quelli che ieri il mini­stro dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini ha detto di volere assu­mere nei pros­simi tempi. Senza spe­ci­fi­care né il come, né il quando. Gli altri 500 milioni di euro, a par­tire dalla ridu­zione della pianta orga­nica del per­so­nale ammi­ni­stra­tivo Ata, dalle sup­plenze di pochi giorni e dal taglio dei com­mis­sari esterni agli esami di matu­rità. Risparmi risi­bili, si dice pari a 30–35 milioni di euro. Tutto il resto è da tro­vare. Ai danni di chi già lavora nella scuola, nell’università e negli enti di ricerca.

«Sono tagli pesan­tis­simi – afferma allar­mato Mimmo Pan­ta­leo (Flc-Cgil) — Nel piano scuola non ci sono cer­tezze di risorse ma adesso si sco­pre che addi­rit­tura si vogliono fare altri tagli alla scuola pub­blica. Uni­ver­sità, ricerca e Afam rischiano il col­lasso finan­zia­rio. Il piano scuola rischia di tra­sfor­marsi in un’araba fenice. Ser­vono fatti con­creti a par­tire dal rin­novo del con­tratto nazionale».

Come un oro­lo­gio il Pd smen­ti­sce i tagli. «La poli­tica dei tagli non riguarda il pro­getto — afferma Fran­ce­sca Puglisi, respon­sa­bile Pd Scuola — Rispetto ai “si dice”, il Governo ha inve­stito grandi risorse in un piano straor­di­na­rio per l’edilizia sco­la­stica e lavora avendo come stella polare le poli­ti­che a favore delle nuove gene­ra­zioni». Una smen­tita che non smen­ti­sce nulla.

E l’aria torna a sur­ri­scal­darsi. «Il governo vuole fare la riforma a costo zero — sostiene Mar­cello Paci­fico (Anief-Confedir) — l’idea è attuare una par­tita di giro, acce­le­rando la digi­ta­liz­za­zione, ridu­cendo il per­so­nale non docente, in par­ti­co­lare nelle segre­te­rie, e fare “cassa” eli­mi­nando i com­mis­sari esterni alla matu­rità». «Il governo smen­ti­sca» rin­cara afferma Fran­ce­sco Scrima, segre­ta­rio gene­rale Cisl Scuola. «Da anni l’università — spiega Glian­luca Scuc­ci­marra dell’Udu — è con­si­de­rata solo come un bacino da cui tagliare e pren­dere soldi». Con­tro i tagli Udu e Rete degli stu­denti e Uds scen­de­ranno in piazza venerdì 10 ottobre.

Il «patto» pagato dai docenti
Ma non di soli tagli vive il mirag­gio della «riforma» Renzi. Non potendo per­dere la fac­cia impo­nen­doli in forma lineare, sullo stile Gelmini-Tremonti, il governo-che-tiene-tanto-alla scuola sce­glie di rapi­nare le risorse diret­ta­mente dalle tasche dei docenti. Il sot­to­se­gre­ta­rio all’Istruzione Toc­ca­fondi ieri ha get­tato la maschera del «patto edu­ca­tivo». Rispon­dendo ad un’interpellanza par­la­men­tare del Movi­mento 5 Stelle, ieri Toc­ca­fondi ha con­fer­mato che non ci saranno risorse aggiun­tive per la scuola. E che quindi i tagli da 8,4 miliardi di euro non ver­ranno nem­meno in parte recu­pe­rati. Saranno dun­que i docenti a finan­ziare gli annunci di Renzi rinun­ciando ad una parte del loro stipendio.

I 5 Stelle denun­ciano: «Gli scatti di com­pe­tenza sono una fin­zione per­chè il sistema di Renzi pre­vede che il 66% dei docenti sia meri­te­vole e il 34% imme­ri­te­vole. Que­sto mec­ca­ni­smo è un taglio. La spesa per l’istruzione con­ti­nua a calare anche con Renzi».

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/pronti-900-milioni-di-tagli-scuola-e-ricerca-nel-panico/