di Nadia Cremascoli Bencich. Non ho mai scritto un post a livello personale. Ho sempre cercato, sicuramente inciampando spesso, di essere la portavoce del nostro circolo.
Mai ho espresso giudizi personali, credo. Stasera scusatemi è diverso: è il 9 maggio e io proprio i primi giorni di questo 2016 ho fatto un viaggio a Palermo. Ci vorrebbero giorni per raccontarvi tutto e spiegarvi quello che ho provato. Il mio scopo era visitare le terre di Peppino Impastato e di Danilo Dolci.
L’ho fatto. Dire che sono rimasta colpita, meravigliata, affascinata è riduttivo. L’emozione che ho provato non ha parole: vive dentro di me Camminare in quei luoghi, vedere le montagne dalle quali Peppino osservava con gli amici l’inutilità della terza pista. Camminare per Cinisi e poi mentre osservo la casa di Badalamenti, confiscata, e guardavo e leggevo le prime mattonelle che conducono alla casa di Peppino mi si avvicina quest’uomo gentile, mi chiede come mai sono lì. Parliamo e mi dice “Piacere sono Giovanni Impastato”.
Mi sono sentita una bambina, lo ascoltavo, amavo la sua semplicità, come ho amato i volontari della casa memoria che, nonostante fosse chiusa, me l’hanno aperta e fatta visitare. Illustrandomi i luoghi intimi e quelli “politici”, le foto, la presenza tangibile di Felicia io quel giorno non lo dimenticherò mai. Non scorderò Cinisi, né Terrasini, dove c’è, anzi c’era Radio Aut. Ho ben impressa la ferrovia, dove poi hanno fatto trovare il cadavere ucciso barbaramente in un casale poco distante.
Un casale che proprio oggi si è chiesto di consegnarlo alla collettività. Era una giornata di sole magnifica di inizi gennaio con le buganvillee fiorite e i fichi d’India maturi. Dalla casa di Peppino capisci che cento passi sono pochi, pochi davvero, quella del boss Badalamenti non è semplicemente visibile e lì, giusto cento passi.
Vorrei che ognuno di noi li facesse mentalmente ogni giorno per non dimenticare, non solo Peppino, e che quei passi venissero spiegati alle nuove generazioni. Perché ha ragione Saviano, non Renzi che sostiene che basta tenere aperte le scuole d’estate per togliere i ragazzi dalla strada. Dipende cosa metti nelle scuole. Dipende cosa metti nella testa e nelle gambe.
Grazie. .