Il voto all’estero: un errore? Luoghi comuni ed esclusioni vere Articolo in 5 puntate – 3.Puntata
Se i residenti all’estero hanno diritto di voto, la questione è soltanto se hanno diritto a scegliersi i loro rappresentanti tra i connazionali all’estero, o se invece debbano continuare a votare (come si faceva in passato) per il candidato di un collegio che lasciarono anni, decenni, o generazioni prima. Tra le comunità italiane della diaspora si possono creare, e si creano, esperienze di vita sociale e politica a contatto con il Paese ospitante, emergono nuovi soggetti (i nuovi migranti, giovani spesso dall’elevato grado d’istruzione, che si collocano al di fuori delle strutture tradizionali dell’emigrazione italiana quali i ComItEs o i CGIE), si articolano nuove istanze. Queste realtà, queste potenzialità, queste soggettività vanno valorizzate per il contributo di cittadinanza che possono dare alle loro comunità e al loro Paese, o mortificate, subordinate a logiche e interessi preesistenti da cui esse sono lontane?