6 agosto 1945: Hiroshima!

di Peppe Sini del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani”
Ricorre il 6 agosto l’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima, l’immane strage che ha precipitato l’umanità nell’epoca della consapevolezza che è possibile distruggere per sempre l’intero genere umano.
Molti dei più illustri pensatori del Novecento – da Günther Anders a Ernesto Balducci, da Albert Einstein a Bertrand Russell, da Mohandas Gandhi ad Hannah Arendt, da Laura Conti a Carla Ravaioli, da Agnes Heller a Vandana Shiva – hanno riflettuto sulla “condizione atomica” e ne hanno tratto un insegnamento e un dovere intellettuale, morale, politico.
L’insegnamento e il dovere di difendere l’umanità dalla capacità distruttiva delle armi da essa stessa prodotte; ovvero il dovere di abolire la produzione delle armi e di distruggere gli arsenali esistenti, prima che le armi distruggano ed aboliscano l’umanità.
Il disarmo è il primo dovere dell’umanità presente per garantire il diritto all’esistenza dell’umanità futura.
Come scrisse indimenticabilmente padre Balducci: “La prima verità contenuta in quel messaggio è che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte… La seconda verità di Hiroshima è che ormai l’imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, è arrivato a coincidere con l’istinto di conservazione… La terza verità di Hiroshima è che la guerra è uscita per sempre dalla sfera della razionalità”.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La guerra è un crimine contro l’umanità.
Le armi minacciano di annientare l’umanità.
Solo la pace salva le vite.
Pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle società e delle culture.
Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità.