50 anni fa lo Statuto dei Lavoratori diventa Legge

Renzo Baricelli – Redazione

50 ANNI FA LO STATUTO DEI LAVORATORI DIVENTA LEGGE

Ai lavoratori non viene regalato mai niente: quante lotte per conquistarlo.

É bene ricordarsi che non è stato facile : Il padronato in generale e tutta la destra avevano capito che  

con quella legge la costituzione entrava nei luoghi di lavoro e vi si opposero in tutti i modi.

Non proprio tutta la Costituzione ma una parte assai importante si: in primo luogo la dignità di ogni lavoratrice e lavoratore e il diritto a NON essere licenziato senza giustificato motivo.

Ricordo, nel ‘68,  una lotta degli operai/e della Pirelli in particolare della Bicocca, iniziata fin dai primi mesi dell’anno e durata fino alla vigilia di Natale.

 La richiesta principale era il riconoscimento del diritto a contrattare tutti gli aspetti del rapporto di lavoro a cominciare dalla fatica determinata dal lavoro a cottimo, fatica diventata insopportabile.

A questo scopo era stato rivendicato alla Pirelli di riconoscere agli operai il diritto a contrattare i tempi per l’esecuzione di un determinato lavoro e la partecipazione diretta di un loro “delegato di tabella” alla trattativa con la direzione. Bisogna sapere che la fissazione dei tempi di lavoro  era sempre stata prerogativa assoluta della direzione, era una questione di potere.

Lo scontro è stato durissimo, a dicembre  del ‘68 c’è una trattativa; una delegazione di 500 operai riempiva la grande sala delle conferenze nella sede dell’Assolombarda in via Pantano a Milano.

Sul palco, attorno a un grande tavolo, i rappresentanti padronali e quelli unitari dei lavoratori conducevano la trattativa.  A un certo punto il portavoce della Pirelli pronuncia la parola “delegato” e i 500 operi che seguivano tesissimi ogni parola, esplodono in un applauso che voleva significare : finalmente ci siamo.

Io, in quanto segretario della sezione sindacale Cgil della Pirelli Bicocca, ero seduto a quel tavolo e rimasi sorpreso per l’ingenuità di quell’applauso che, però, si smorzò subito perché  Aldo Trespidi, segretario generale della Filcea-Cgil si era girato verso la platea e disse “aspettiamo di vedere che cosa vuol dire “delegato”.

La  lotta continuò fino alla vigilia di Natale quando si firmò un accordo col quale la Pirelli riconosceva l’insieme delle richieste incluso il “delegato di tabella” e il suo diritto a contrattare i tempi di esecuzione del lavoro. Era un primo passo verso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori

all’interno delle fabbriche e degli uffici.

Nel 1969 milioni di lavoratori  sono stati protagonisti di una possente ondata di lotte per i rinnovi

dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Al centro delle rivendicazioni il riconoscimento dei diritti sindacali nei luoghi di lavoro: i delegati, l’assemblea, la contrattazione aziendale di tutti gli aspetti delle condizioni lavorative.

Anche i lavoratori della Pirelli  che dal mese di luglio del ‘69 erano nuovamente impegnati

in un duro scontro con l’azienda per gli stessi obbiettivi.

Il padronato  opponeva  una intransigenza totale alle richieste sindacali  anche perché alla Camera dei deputati era in discussione lo statuto dei lavoratori .

La confindustria era intransigente e negava ogni possibilità di accordo.

Leopoldo Pirelli era vicepresidente di confindustria e opponeva la stessa intransigenza però ha dovuto accettare una trattativa in sede di ministero del lavoro.

Ricordo che Il sottosegretario Toros e lo stesso ministro del lavoro Donat Cattin ascoltavano separatamente la delegazione della Pirelli e la rappresentanza unitaria dei sindacati e quando la Pirelli, costretta dalla lotta incessante dei lavoratori, ha cominciato a riconoscere le loro richieste, il ministro usava i nostri risultati per definire la stesura dello Statuto dei lavoratori in sede di commissione lavoro della Camera dei deputati.

Con la Pirelli realizzammo l’accordo  a metà novembre del 69 con il riconoscimento dei delegati

e di un pacchetto di ore retribuite per la loro attività  durante l’orario di lavoro così pure il diritto a tenere assemblee in fabbrica e la retribuzione delle stesse per 20 ore annue.

Era una prima rottura della intransigenza padronale ma la Confindustria e in particolare la Federmeccanica costringevano i metalmeccanici a continuare la lotta fino alla vigilia di Natale.

L’undici di dicembre  del 69 la Camera dei deputati approva lo Statuto dei lavoratori.

Il giorno dopo la bomba fascista fa strage alla banca della agricoltura in piazza Fontana a Milano.

La Milano dei lavoratori, la Milano democratica e antifascista sono in piazza del duomo al funerale delle vittime in una grandiosa, drammatica, solenne manifestazione.

La democrazia non è sconfitta. I lavoratori metalmeccanici continueranno ancora più uniti fino a Natale  la loro lotta vittoriosa.

Ma per l’approvazione definitiva dello statuto ci saranno ancora mesi di impegno e di mobilitazione

FINALMENTE, IL 20 MAGIO DEL 1970 LA LEGGE VIENE PUBBLICATA SULLA GAZZETTA UFFICIALE.

Per imporne il rispetto i lavoratori sosterranno altre lotte e costante impegno.

L’insegnamento è che ai lavoratori non viene regalato niente e quando succede che una conquista viene calpestata … allora occorre rinnovare la lotta per ristabilirla, rinnovandola.

Renzo Baricelli – 20 maggio 2020