Il 5 ottobre si decide il futuro del Brasile (e non solo)

Dal nostro corrispondente da Buenos Aires Dario Clemente. Avrebbe dovuto essere la solita corsa a due fra PT (Partito dei Lavoratori) e PSDB (Partito della Social Democrazia Brasiliana), la sfida che ha caratterizzato tutto il periodo democratico nel Brasile post-dittatura. I ’90 neoliberali di Cardoso, il nuovo millennio di “sviluppismo nazionale” a tinte socialdemocratiche, marchiato Lula da Silva e ora Dilma Rousseff. Invece nella campagna per le elezioni presidenziali del 5 ottobre prossimo e’ entrato a forza un nuovo contender, sconvolgendo il quadro politico che si andava commentando da diversi mesi: è Marina Silva, la candidata del PSB, il Partito Socialista Brasiliano….
Lo staff di Dilma Rousseff ha reagito alla crescita della Silva accantonando i toni moderati tenuti fino a quel momento e accettando per la prima volta il confronto diretto con gli altri candidati, avviando una “offensiva” del PT contro la nuova minaccia proveniente dal centro dello spettro politico….
Una eventuale caduta del PT significherebbe la fine di un ciclo politico di profondi cambiamenti nel paese, e aprirebbe forse a modificazioni sostanziali nel disegno strategico brasiliano per la regione.

In questa tornata elettorale la posta in gioco non è solo la permanenza al potere del PT, al governo dal 2003, quanto una idea strategica di paese e di società implementata grazie alla egemonia politica e culturale che il partito ha costruito in ogni livello della società. I programmi sociali che hanno portato in dieci anni la classe media a raggiungere il 54% della popolazione e ridotto il numero dei poveri a meno di un terzo per la prima volta nella storia del Brasile (secondo dati della fundacion Getulio Vargas) sono stati accompagnati da una crescita esponenziale del controllo dell’economia da parte dello stato (attraverso la gestione dei fondi pensione, ad esempio 1) così come dall’aumento della presenza di sindacalisti o ex-sindacalisti legati al PT nei banchi del governo e nei board delle più importanti istituzioni finanziarie del paese. Ma il Partito dei Lavoratori ha dimostrato anche di essere capace di costruire una strategia a lungo termine di rilancio della posizione del Brasile nella regione e nel mondo
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